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L’olivicoltura e la strada dell’olio Dop Umbria

L’Umbria, regione dell’Italia centrale posta nel cuore della Penisola, offre una grande varietà di ambienti e scenari geomorfologici e paesaggistici: pianure, colline, vallate, altipiani e catene montuose. Il clima, a causa delle differenti altitudini, è molto vario. Nelle zone collinari e pianeggianti è di tipo sublitoraneo o temperato mediterraneo con possibili siccità estive; nelle zone montuose è di tipo temperato subcontinentale e, a quote più elevate, temperato fresco con precipitazioni abbondanti soprattutto in primavera e in autunno.

Questo mosaico di ambienti geomorfologici e situazioni climatiche è alla base delle diverse colture presenti sul territorio, e ha dato vita a un paniere di prodotti locali ricco di gusti e di sapori.

Ma sono l’olivo e la vite le coltivazioni che caratterizzano gran parte del territorio umbro.

L’olivo in particolare è presente in tutta la regione e, percorrendola da nord a sud, o viceversa, è possibile toccare le maggiori zone di produzione olearia. Una strada, la Strada dell’Olio DOP Umbria attraversa tutta la regione con cinque diversi percorsi corrispondenti alle sotto-zone della DOP: Colli del Trasimeno, Colli Orvietani, Colli Amerini, Colli Assisi-Spoleto, Colli Martani.

Il percorso dei Colli del Trasimeno inizia dalle sponde dell’omonimo Lago tra castelli, torri, rocche, monasteri, abbazie e chiese medievali, prosegue lungo luoghi incantati come Tuoro, Passignano, San Feliciano, Sant’Arcangelo, Castiglione del Lago, Piegaro e si conclude a Perugia, lo splendido capoluogo “stretto” tra il Lago e il fiume: il Trasimeno e il Tevere.

Lungo il percorso dei Colli Orvietani si incontrano molti i borghi che lasciano senza fiato, a cominciare da Orvieto, che fonde magicamente assoluto rigore e audace fantasia che trovano la massima espressione nel Duomo e in quel capolavoro di ingegneria idraulica che è il Pozzo di San Patrizio. Ma lo stupore accompagnerà il visitatore anche a Guardea, Montecchio, Monte Castello di Vibio e Montegabbione.

Nelle zone dei Colli Amerini il cammino si arricchisce di spiritualità, passando da Norcia, dove visse San Benedetto e Cascia, dove nacque Santa Rita. Spiritualità, ma anche amore in questi territori. Ed ecco Terni con la casa di San Valentino, il protettore degli innamorati; a pochi passi, il Lago di Piediluco e la Cascata delle Marmore, la più alta d’Europa.

Il viaggio lungo i territori dell’olio dei Colli Assisi-Spoleto ha inizio a Trevi, città dell’olio extravergine per eccellenza, sede del Museo della Civiltà dell’Ulivo. Da qui tante le mete suggestive da poter raggiungere: Spoleto, Foligno, Spello su una delle cui torri si erge l’antico e regale ulivo, fino ad Assisi, incamminandosi per l’antico Sentiero degli Olivi.

Infine, l’approdo in un altro lembo favoloso di una terra unica, nella zona dei Colli Martani, nel centro del “cuore verde” d’Italia: la Valle Umbra. Qui il cammino va da Deruta a Torgiano, da Bettona a Gualdo Cattaneo, passando per Massa Martana, Todi, Bevagna e Montefalco.

 

L’Olivicoltura in Umbria: un po’ di storia

L’Umbria è da sempre tra le regioni italiane più vocate all’olivicoltura e in questa terra verde la coltivazione dell’ulivo ha origini molto antiche, come testimoniato dalla presenza di diverse piante secolari, tra cui l’olivo di sant’Emiliano a Trevi di età stimata intorno ai 1700 anni.

In Umbria i primi a praticare la coltivazione furono gli Etruschi e molte città umbre gravitanti nell’orbita dell’antica Etruria si arricchirono e prosperarono proprio grazie alla produzione e commercializzazione dell’olio.

In seguito l’olivicoltura conobbe un forte sviluppo con l’espandersi della civiltà romana. L’olio umbro infatti, era considerato tra gli oli più pregiati e veniva molto apprezzato nell’Urbe per le sue particolari caratteristiche organolettiche, al punto che iniziarono vere e proprie esportazioni lungo il fiume Tevere verso la Capitale. A quell’epoca, secondo alcuni studiosi latini, esistevano diverse varietà di olivi e cinque diverse categorie di olio: oleum ex albis ulivis, l’olio più pregiato ottenuto da olive verde-chiaro; viride, ottenuto da olive che iniziano a diventare più scure; maturum, ottenuto da olive mature; caducum, ottenuto da olive raccolte a terra; infine cibarium, destinato solo agli schiavi e ottenuto da olive bacate.

Nel I secolo d.C. la produzione di olio in Italia diminuì sensibilmente a causa della concorrenza a basso costo degli oli provenienti dalla Spagna e dell’Africa e anche l’Umbria risentì delle importazioni da altri paesi, con conseguente indebolimento del prodotto sul mercato dell’epoca. Con le invasioni barbariche poi, avvenne la completa distruzione delle tradizionali pratiche agricole e il grano, la vite e l’olivo furono soppiantate da altre colture.

Bisognerà attendere il Medioevo e le grandi congregazioni religiose per assistere a una ripresa parziale dell’olivicoltura. Il vero incremento però si ebbe a partire dal 1400 quando un decreto, che obbligava gli agricoltori a impiantare e innestare annualmente una quota di olivi, fece crescere la superficie olivicola fino a raggiungere la sua massima dimensione. Nel XVI e XVII secolo si evidenzia invece un progressivo aumento del prezzo sia delle piante sia dei terreni con olivi, indice di un crescente interesse per la coltura.

Ma è nel 1800, grazie soprattutto a misure di incentivazione messe in atto dallo Stato Pontificio, che si ha un grande aumento della coltivazione dell’olivo. Da alcuni dati relativi al periodo 1880/1890 si evince che in Umbria erano destinati all’olivicoltura circa 43.000 ettari con 220 piante per ettaro. La prima parte del 1900 segnala ancora elevati livelli di coltura dell’olivo. Successivamente il numero delle piante si ridusse progressivamente. Causa di questa diminuzione certamente i danni provocati dalle gelate, in particolare del 1929 e 1959, ma anche e soprattutto la pratica di estirpazione negli ultimi decenni delle piante più vicine alla pianura e alla scarsa incentivazione alla realizzazione di nuovi impianti.

Le principali cultivar

Le cultivar principali sono la Dolce Agogia, Frantoio, Moraiolo, Leccino, Rajo e San Felice. Altre varietà minori sono le locali Pocciolo e Vocio presenti nei territori tra Assisi e Spoleto, la Tendellone nel ternano, la Correggiolo di Massa Martana, la Nostrale di Rigali e l’Orbetana a Gualdo Tadino, la Borgiona nell’Alto Tevere e la Bianchella di Umbertide nel Narnese.

L’olio extravergine che si produce dalla cultivar Dolce Agogia ha un colore giallo dorato intenso con leggere nuances verdi. All’olfatto si presenta complesso ed elegante, con armoniche note vegetali di lattuga, mela verde e frutta secca, arricchite da delicati sentori di erbe officinali. Al gusto è fruttato e fine, dotato di toni di ortaggi freschi di campo e mandorla. Amaro e piccante dosati ed equilibrati.

L’extravergine ottenuto dalla cultivar Frantoio ha un colore giallo dorato intenso con lievi sfumature verdoline. Al naso è ampio, deciso, elegante, con sentori di carciofo, lattuga e note speziate di pepe nero. In bocca è avvolgente e di personalità, dotato di toni balsamici di erbe aromatiche, con rosmarino e menta in evidenza. Amaro potente e piccante spiccato.

L’olio extravergine di oliva prodotto dalla cultivar Leccino è di colore giallo dorato intenso con delicati riflessi verdognoli. Si apre al naso ampio ed elegante, con decise note aromatiche di menta e basilico e sentori decisi di cicoria, carciofo e lattuga. Al palato è fruttato e armonico, con spiccate note di ortaggi di campo e ricca mandorla in chiusura. Amaro e piccante presenti ed equilibrati.

L’extravergine da Moraiolo si presenta di colore verde intenso con caldi riflessi giallo dorati. All’olfatto si offre complesso e potente, dotato di ampie note vegetali di carciofo, cardo selvatico e sentori di menta, salvia e basilico. Al gusto è deciso e avvolgente, con netti toni vegetali di ortaggi di campo e mandorla dolce. Amaro e piccante spiccati e ben dosati.

L’olio extravergine prodotto dalla cultivar Rajo ha un colore giallo dorato intenso con delicate sfumature verdi. Al naso è ampio e deciso, con ricche note vegetali di erba fresca falciata, carciofo, lattuga e netti sentori balsamici di menta e salvia. Al palato è avvolgente e fine, con toni di cicoria e ricordo spiccato di pepe nero e mandorla. Amaro deciso, piccante ben espresso.

L’olio extravergine di oliva realizzato con la cultivar San Felice è di colore giallo dorato intenso con delicati toni verdi. Si apre al naso elegante e complesso, dotato di ricchi sentori vegetali di carciofo, cardo, cicoria selvatica e frutta secca. In bocca è fine e armonico, caratterizzato da decise note di verdure fresche e mandorla dolce. Amaro e piccante presenti e armonizzati.