L’Umbria rientra a pieno titolo in quelle poche regioni dell’Italia che vantano ben quattro centri di antica tradizione ceramica: Deruta, Gualdo Tadino, Gubbio e Orvieto, ma tutto il territorio umbro può fregiarsi della produzione di ottime terrecotte. Sicuramente Città di Castello ed Umbertide sono comuni rappresentativi di una lavorazione della maiolica che testimonia l’evoluzione economico-produttiva della ceramica in Umbria. Tra tutte le attività artigianali tradizionali quella che rappresenta maggiormente l’Umbria nel mondo e che ha raggiunto i massimi livelli di espressione tecnica ed artistica nel corso dei secoli è la produzione di terrecotte e di maioliche. Grazie alla vocazione territoriale che connota il suolo umbro, ricco di terra argillosa, di acqua e di boschi, con legna ideale per alimentare le fornaci, l’arte della maiolica in Umbria ha conosciuto nei secoli un grande sviluppo. Il territorio compreso fra il corso dell’Alto e del Medio Tevere e dei suoi affluenti Chiascio e Paglia, sin dai tempi più remoti ha assistito all’insediarsi di comunità i cui oggetti di terracotta rappresentano importanti documenti e testimonianze evolutive, fino agli Umbri e agli Etruschi. Su tale manifattura si sono poste le basi di una cultura artigianale che ha sostenuto le maggiori espressioni dell’arte della ceramica. Basti pensare alla lucentezza del bucchero, alle “grottesche” rinascimentali, ai magici riflessi del lustro, fino alle più innovative forme della ceramica artistica moderna e alla produzione delle ceramiche per l’edilizia e di laterizi. La storia dell’Umbria è dunque soprattutto storia del suo rapporto con quest’arte, intrecciarsi di vite, di destini individuali e collettivi, di rapporti sociali determinati da un’attività economica, spesso sconfinata nella pura ricerca del bello per il bello.