Unica Umbria

Storia & Storie

Via di Francesco, in cammino con il Cantico delle Creature   

Luoghi
Autore: Bettin, Gianluigi

Il paesaggio dell’Umbria con il verde dei suoi boschi punteggiato da eremi, conventi e borghi medievali, ha fatto da sfondo alla vita di una delle figure più affascinanti e più amate della storia d’Italia: San Francesco d’Assisi. La memoria del suo messaggio di amore per la natura e per tutte le creature è rimasta impressa nei luoghi dove sono avvenuti gli episodi più significativi della vita del Poverello.

Sono sempre più numerose le persone che mettono uno zaino in spalla e affrontano fatiche e distanze considerevoli per mettersi in “cammino” lungo la sua via. Ma perché? La risposta varia da persona a persona, però si tratta di qualcosa che nasce dal cuore e che mette alla prova il corpo e l’anima.

Un invito al viaggio e alla lentezza. Strade e sentieri come vie di fuga e di equilibrio, attraverso la lettura dei paesaggi, tra cultura, natura e rapporti umani. Dove la civiltà del sacro si è sviluppata lontano dalla pazza folla e dalla fretta. Per conoscere l’Umbria che incanta e che rigenera.

Quale che siano le motivazioni, ogni cammino offre al pellegrino e al viandante risposte e prospettive originali, perché dotato di un’autentica e intrinseca identità.

L’anima della Via di Francesco è legata indissolubilmente alla persona del santo d’Assisi: camminare nelle terre dove egli ha vissuto significa confrontarsi, passo dopo passo, con la sua visione della vita. Il Cantico delle Creature, il capolavoro della letteratura italiana del Duecento, diventa il manifesto di questo percorso: in esso chi cammina potrà confrontarsi con l’amore di Francesco d’Assisi per tutte le creature e vivere al tempo stesso un cammino autentico in quanto vissuto in prima persona.

Il percorso inizia dal panoramico piazzale del Quadrante del Santuario della Verna, per chi parte da Nord, oppure dal Santuario di Greccio, per chi parte da Sud. Vale sempre la regola che sono i camminatori a fare il cammino e ognuno può seguire la direzione che più gli aggrada e scegliere le tappe che desidera percorrere.

Santuario della Verna

DA NORD Immerso nel silenzio delle Foreste del Casentino, posto su uno sperone di roccia ricco di anfratti, nei quali Francesco spesso soleva ritirarsi in meditazione, La Verna è uno dei luoghi più santi e coinvolgenti di tutta la Via. Partire da questo luogo è un modo per dare al corpo e all’anima il tempo per entrare in sintonia con l’atmosfera del cammino. Oltre che le reliquie di Francesco e la cappella dove Francesco ricevette le stimmate, il luogo conserva una meravigliosa collezione di opere dei Della Robbia, che da sole varrebbero una visita.

Il cammino procede dapprima in Toscana toccando l’eremo del Cerbaiolo presso Pieve Santo Stefano e poi Sansepolcro, crocevia degli antichi cammini verso Roma, scrigno di capolavori del Rinascimento e sede dell’Aboca Museum, nato con lo scopo di recuperare la tradizione dell’uso delle piante medicinali.

Scorcio del camminamento medioevale di Citerna

Lungo la Via una sosta è consigliata all’Eremo di Montecasale, dove la suggestione della semplicità francescana è rinnovata ogni giorno dalla presenza dei moderni fratelli di Francesco. Dopo un cammino pianeggiante, il paesaggio diventa collinare fino ad arrivare a Citerna, uno dei borghi più belli d’Italia e la prima tappa della Via in Umbria. Qui la rocca e l’insolito camminamento medievale, entro le mura, testimoniano dei tempi bellicosi delle epoche passate.

Si prosegue attraversando il dolce paesaggio dell’Alta valle del fiume Tevere fino a Città di Castello. Anche se la tappa non presenta difficoltà, il camminatore non deve perdere l’occasione di fermarsi all’eremo francescano del Buon Riposo, il cui nome è legato alle parole di San Francesco che durante i suoi viaggi era solito fermarsi in questo luogo per riposare e pregare. La visita a Città di Castello richiede tempo, e si potrebbe valutare di dedicare una giornata alla scoperta dei suoi tesori, fra i quali: il Tesoro di Canoscio (corredo liturgico in argento di epoca paleocristiana), la collezione di d’arte moderna di Alberto Burri e i tanti capolavori disseminati nel centro storico. Lasciando alle spalle le mura della città, la via si addentra nei boschi, con salite impegnative e discese in forte pendenza. A confortare il pellegrino vi sono alcune aree attrezzate, che offrono ristoro e acqua. Dopo una lunga e progressiva salita si giunge alla medievale Pieve de Saddi (per gli orari d’apertura telefonare al Museo diocesano: tel. 075/8554705), oggi non più abitata, dove un tempo era custodita la “costola del drago”, una zanna di mammut oggi conservata all’interno del Museo diocesano di Città di Castello.

Dopo la dura salita, la tappa si conclude a Pietralunga, dove si gode della pace e dell’accoglienza tipica dei borghi dell’Umbria, e si può visitare il Santuario della Madonna dei Rimedi. Dal borgo si scende e poi si risale gradualmente inoltrandosi nel silenzio dei prati appenninici. Prima di giungere a Gubbio si affronta un lungo tratto sotto il sole, su una strada asfaltata, ma poco trafficata. L’arrivo a Gubbio ricompensa della fatica e del sudore. Lasciato lo zaino in pianura, il consiglio è di salire fino al Santuario di Sant’Ubaldo (esiste anche una comoda funivia), dove si conservano i celeberrimi “Ceri”, rappresentati nello stemma della Regione e oggetto di fede e passione non solo degli eugubini, ma di tutti gli umbri.

Uno scorcio di Gubbio

L’esperienza di scoprire i vicoli e le piazze della città, resi noti grazie alla fiction “Don Matteo”, di compiere tre giri intorno alla fontana del bargello per ricevere la “patente di matto”, di sostare a meditare nei luoghi dove passò Francesco, sono esperienze che sono già parte dell’immaginario legato alla Via di Francesco. Uscendo dalla città s’incontra la piccola chiesa della Vittorina, dove avvenne l’episodio dell’ammansimento del lupo da parte di Francesco. Da questo punto e procedendo verso Assisi, inizia uno dei tratti più significativi della Via.

Si ripercorre, in senso inverso, il primo viaggio da “pellegrino” di Francesco, dopo che questi si era spogliato di tutti beni davanti al padre e al vescovo (scena magistralmente affrescata da Giotto nella Basilica Superiore di Assisi). Lungo questa strada, che attraversa i boschi ombrosi, si proclamò “araldo del Gran Re” di fronte ai briganti che lo malmenarono. In questo tratto sorge l’abbazia di Vallingegno, dove Francesco fu accolto con riluttanza e messo a fare lo sguattero in cucina. Proseguendo s’incontra l’eremo di san Pietro in Vigneto, dove un eremita, dedito alla contemplazione, ha dedicato tutta la sua vita al recupero del luogo e alla realizzazione degli affreschi di stile orientale che adornano l’ingresso (la scelta di ascesi dell’eremita va rispettata, chi volesse trascorrere un periodo di ritiro in questo luogo deve contattare la Diocesi di Gubbio).

L’ultima sosta prima di giungere presso la tomba del Poverello è a Valfabbrica. Passo dopo passo, dall’ombra dei boschi si ritorna al sole che illumina i campi di olivi intorno ad Assisi. All’improvviso, nel silenzio, il camminatore scorgerà in distanza la mole della Basilica di San Francesco. In pochi chilometri e attraversando il Bosco di San Francesco (restaurato dal FAI, per la visita contattare tel. 075 813157) si affronta l’ultima salita per poi accedere ad Assisi da Porta San Giacomo, la porta dei pellegrini. La mole maestosa della Basilica Superiore riempie lo sguardo di chi è giunto a piedi fino a questo luogo.

La Via di Francesco ad Assisi, fotografia di Fabrizio Ardito, Movimento Lento

Al suo interno gli affreschi di Giotto faranno da anticamera alla gioia più grande che si proverà scendendo difronte alla scabra e umile tomba del santo per sostare e meditare su ciò che il cammino ha insegnato.

Santuario di Greccio

DA SUD L’ampia valle di Rieti è nota come “valle Santa” per la presenza di numerosi santuari francescani, tanto da diventare una seconda patria per Francesco d’Assisi. Il cammino parte dal Santuario di Greccio, che dall’esterno sembra inglobato nella roccia. Il luogo è il punto d’inizio del cammino e di una delle più tenere tradizioni cristiane: il presepe. Fu qui, nella cappella del Presepe, che nel 1223 Francesco fece preparare per la prima volta la culla del bambino per la sacra rappresentazione del Natale. Si scende superando l’imponente abbazia benedettina di San Pastore e poi si risale, con pendenza significativa, fino a Colle Sant’Elia. Si ridiscende facendo sosta presso il Santuario di Fonte Colombo, l’antica Fons Colombarum, dove i lavori di restauro hanno rilevato un Tau affrescato, simbolo amatissimo dal Poverello, la cui attribuzione viene fatta risalire allo stesso Francesco. La sosta è a Rieti, una delle antiche sedi papali e dove nella cripta della cattedrale Francesco si ritirava a pregare. Si cammina con passo lento toccando due importanti santuari della valle francescana: La Foresta e Poggio Bustone; chi vuol fuggire “la pompa del mondo”, trova in questi conventi appartati nel verde un luogo ideale. La semplicità e l’umiltà del messaggio francescano si riflettono nell’essenziale architettura in questi luoghi. Riprendendo il saluto «Buon Giorno, Buona Gente», pronunciato da Francesco al suo ingresso in paese, si esce dal borgo per raggiungere Piediluco. La tappa inizia con una ripida ascensione fino al Faggio di San Francesco, sotto i cui frondosi rami molti pellegrini si accoccolano e meditano, come è testimoniato dai numerosi oggetti devozionali presenti.

Lago di Piediluco

Superata la salita il cammino diventa agevole, e si attraversa il piccolo borgo di Labro. Piediluco accoglie il camminatore con il grande specchio tranquillo del suo lago, immortalato dagli artisti del Grand Tour. Si cammina costantemente in compagnia di Sorella Acqua, «multo humile, pretiosa et casta» come venne celebrata da Francesco nel Cantico. Lungo il lago, poi a lato del fiume Velino, le cui acque creano lo spettacolo sublime delle Cascate delle Marmore, fino a risalire lungo le ombrose correnti del fiume Nera. Da Arrone si procede verso Ceselli comodamente in piano lungo la stretta valle del Nera. In alto svettano le torri e i castelli di pendio, quasi a seguire e controllare il passo dei pellegrini, e oggi anche dei numerosi sportivi che praticano rafting e arrampicata in questa valle.

La tappa che conduce a Spoleto è contraddistinta da un’impegnativa salita e superando il Valico di Castel Monte. Dalla stretta Valle del Nera si accede all’ampia valle spoletana, la cui bellezza Francesco esaltò esclamando: «Nihil iucundius vidi valle mea spoletana». Si attraversa il Bosco Sacro di Monteluco, dove all’ombra delle millenarie leccete si celano i numerosi eremi di origine siriaca. Da Monteluco, attraversando il Ponte delle Torri, si apre davanti al camminatore, quasi come una quinta teatrale, la magnifica facciata della Cattedrale di santa Maria Assunta. Proprio in questi luoghi avvenne il celebre episodio del “Sogno”, dove a Francesco, ancora aspirante cavaliere, una voce in sogno domandò: «Chi vuoi servire il servo o il padrone?». E da lì iniziò la conversione e la rinuncia ai beni e alla gloria terrena del futuro santo d’Assisi.

Da Spoleto si cammina a mezzacosta lungo le coltivazioni di olivo protette dai muretti a secco. Si attraversano piccoli borghi, dove si cela lo spirito più autentico dell’Umbria: Poreta, Eggi, Bazzano, Campello. La salita verso Trevi è spesso sotto il sole, ma si può trovare riparo presso l’eremo di Pissignano, o all’ombra delle querce camporili. Trevi, città dell’olio e dell’olivo, celebrata per il sedano nero, dietro le facciate umili delle chiese e dei conventi conserva un ricchissimo patrimonio d’arte, che annovera opere de’ Lo Spagna e del Perugino. Si scende verso valle, superando i caratteristici crocicchi, segnalati dalla presenza di edicole votive, quasi a proteggere il passo del viandante. L’ingresso a Foligno avviene attraverso una strada trafficata, ma appena si accede ai palazzi barocchi e alle chiese medievali del centro storico si recupera l’atmosfera di pace e tranquillità che pervade il cammino. La targa posta sul lato della Cattedrale ricorda uno degli episodi più noti della vita del Poverello: su questa piazza, nel 1205, Francesco vendette le stoffe del padre e il suo cavallo, per ricavare il denaro necessario a restaurare la chiesetta di San Damiano.

Sulla Via di Francesco, attraverso i prati

Se l’attesa dell’arrivo induce a proseguire il cammino, la raccomandazione è di fare una sosta a Spello, ricca di testimonianze di epoca romana e di capolavori del Rinascimento. Dalla Splendida Colonia Iulia mancano meno di 20 km ad Assisi. Si può scegliere se prendere la variante escursionistica, che attraversa il Parco del monte Subasio ma è abbastanza impegnativa, oppure procedere sulla comoda Via degli Olivi. Nel primo caso si raggiunge l’Eremo delle Carceri, luogo di assoluta spiritualità e tra i più amati da Francesco che qui si ritirava in assoluto silenzio per meditare. Dalla via degli olivi si entra in città in prossimità della Basilica di Santa Chiara, che fu tra le prime donne a condividere l’avventura spirituale di Francesco. Chi giunge a piedi, prosegue fino alla meta, la tomba di Francesco, posta nella cripta della Basilica Inferiore di Assisi. Per godere appieno dello spirito di Assisi, bisogna fermarsi e darsi il tempo per scoprire i tanti luoghi legati al santo (fra questi ve ne sono alcuni poco visitati che conservano un’atmosfera autentica, come la chiesa di San Damiano), e magari recarsi all’alba o al tramonto proprio sulla piazza antistante la basilica.

Gianluigi Bettin

Consigli Utili Per chi non intenda camminare, la Via di Francesco può costituire la traccia per un itinerario culturale e spirituale da effettuare anche in macchina.

Quando andare I periodi migliori per percorrere la Via di Francesco sono la primavera e l’autunno. In agosto il caldo può rallentare il passo e rendere più faticoso il cammino, anche se la sera le temperature si rinfrescano. In inverno alcuni passi appeninici possono essere innevati, si raccomanda prudenza.

Ospitalità Il percorso attraversa i borghi dell’Umbria dove è ampia e variegata la scelta di strutture ricettive (alberghi, agriturismi, affittacamere, B&B…).

Se vuoi scoprire le diverse strutture ricettive in Umbria e nelle tappe della Via di Francesco, visita il sito ufficiale della Regione Umbria.

Per venire incontro alle esigenze specifiche dei camminatori lungo la Via di Francesco sono presenti anche strutture ricettive specializzate, ossia alberghi, agriturismi B&B, riuniti nel Consorzio Umbria & Francesco’s Ways. Per conoscere le accoglienze visita www.umbrialifestyle.it

Informazioni Tutte le informazioni, la descrizione delle tappe e i GPS sia del percorso a piedi che del percorso in bicicletta sono disponibili sul sito www.viadifrancesco.it

Varie guide descrivono il percorso. Ne segnaliamo due in particolare:

  1. Bettin/P. Giulietti, La Via di Francesco, edizioni San Paolo.
  2. A.M. Seracchioli, Di qui passò Francesco, edizioni Terre di Mezzo (segue un percorso differente da quello segnalato dalla Regione Umbria).

Per domande e consigli, consultare il team della Via di Francesco tramite email : info@viadifrancesco.it oppure scrivere sulla pagina Facebook “Via di Francesco”

La credenziale Viene rilasciata da una autorità religiosa, la quale si assume la responsabilità di ciò che essa afferma, pertanto ne deve essere fatto un uso responsabile e corretto. Essa distingue il vero pellegrino da ogni altro viaggiatore ed è necessaria per poter usufruire delle ospitalità “povere”, riservate ai pellegrini, poste lungo la Via. Anche presso le strutture ricettive commerciali, la credenziale in molti casi consente di ottenere un trattamento di favore. Viene timbrata nei luoghi di sosta o nei posti che si visitano, e la sua presentazione in Assisi consente di ricevere il Testimonium Viae Francisci, quale attestazione dell’avvenuto pellegrinaggio. La credenziale può essere richiesta a: Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola – Ufficio Informazioni. E-mail: info@porziuncola.org

Il Testimonium È l’attestato religioso che comprova l’avvenuto pellegrinaggio alla tomba di san Francesco in Assisi.
Il rilascio è legato a precise condizioni: aver percorso almeno gli ultimi 75 km a piedi e gli ultimi 150 km in bicicletta, per raggiungere la tomba del santo in Assisi. A fare fede saranno i timbri e le date apposti sulla propria credenziale.

Il Testimonium Viae Francisci viene rilasciato alle autorità religiose di Assisi: il vescovo, il custode del Sacro Convento e il Guardiano del Convento della Porziuncola. Ovviamente, si può ricevere solo ad Assisi, meta della Via di Francesco, e solo di persona. Ci sono tre uffici deputati dove presentare la credenziale, venire registrati e ricevere il documento:

  1. Basilica Papale di San Francesco d’Assisi e Sacro Convento – Ufficio Informazioni: Piazza Inferiore di San Francesco, 2 – 06081 Assisi (PG). Tel. 075.81.90.01
  2. Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola – Ufficio Informazioni: P.za Porziuncola 1 – 06088 S. Maria degli Angeli (PG)
    Tel 075.8051430 – Fax 075.8051418
    E-mail info@porziuncola.org
  3. Diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino – Segreteria della Curia Vescovile. P.zza Vescovado, 3 – 06081 Assisi (PG)
    Tel. 075.81.24.83 – Fax 075.8198805
    Email curiadiocesana@assisi.chiesacattolica.it