Benozzo Gozzoli torna a Montefalco
MONTEFALCO – Un capolavoro, dai colori teneri e luminosi. La “Madonna della Cintola” di Benozzo Gozzoli torna a casa dopo 167 anni e uno scintillante restauro, voluto dal Comune, dal Consorzio tutela vini di Montefalco, dal museo San Francesco e dai Lions Club di Foligno.Dal 18 luglio al 1 gennaio del 2016, si potrà ammirare nella chiesa museo di San Francesco. La preziosa pala, dal 1848 è custodita nei Musei Vaticani: i montefalchesi la donarono a Pio IX quando il papa concesse al piccolo borgo il titolo di città.Fu padre Antonio, un francescano di Montefalco che rischiò anche di diventare papa, a commissionare l’opera, nel 1450, al giovane Benozzo per l’altare maggiore della Chiesa di San Fortunato.L’artista seguì dettami del grande Leon Battista Alberti, secondo il quale una pala d’altare doveva essere semplice, quadrata, costruita in modo impeccabile e dipinta in una “amistà di colori”: nell’italiano del tempo voleva dire che i colori dovevano essere “tra loro amici” e che il gioco cromatico poteva cambiare al variare della luce.
Il risultato non tradì le attese. La tempera e oro su tavola raffigura la Vergine che dona la cintola a San Tommaso, come prova della sua assunzione al cielo.La scena principale del dipinto è concepita per incentivare la devozione: la Madonna, seduta su un trono di nubi, è circondata da una miriade di angeli; alcuni, in primo piano, suonano strumenti musicali, gli altri, più defilati, sono ancora immersi nella preghiera. I raggi luminosi che emergono dal fondo oro del dipinto, raccontano la gloria e lo splendore del paradiso che attende la Vergine.L’apostolo Tommaso, che ha sempre bisogno di toccare e vedere per credere, è inginocchiato, quasi proteso, verso la madre di Dio. Tiene un capo della cintola che Maria gli sta porgendo. Lo sguardo che corre tra i due è il preludio all’ultimo saluto. Il sepolcro dal quale, poco prima, la Madonna ha preso il volo, è pieno di fiori. Un albero, tenace come la fede della madre di Gesù, è piantato tra le rocce.
La predella a corredo della pala d’altare ripercorre, a beneficio dei fedeli, la vita della Vergine: ai due estremi la nascita e la morte e, in successione, il matrimonio con Giuseppe, l’annunciazione, la natività di Gesù e la presentazione al tempio. Sulle due lunghe lesene corinzie laterali sono raffigurati sei santi: San Francesco d’Assisi, San Fortunato in abiti vescovili, San Bernardino da Siena, San Ludovico di Tolosa, San Galgano e Sant’Antonio da Padova.
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