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Birra

Benedetta Birra

Arte birraia e cura dello spirito. La storia dei monaci di Norcia e del loro birrificio. E di quella parte di Umbria che, senza dimenticare la tradizione, sta scoprendo una nuova tecnica: quella del luppolo.

Per i monaci benedettini di Norcia fare la birra è un modo come un altro per restaurare l’abbazia e sostenere le spese. Non sono angeli, ma uomini e devono pur mangiare. Dietro al business del luppolo però c’è una filosofia più profonda: «Prendiamo i frutti della terra, acqua, grano e lievito per creare qualcosa di buono. La birra non è necessaria per vivere, ma le cose importanti non sempre sono necessarie. Neanche noi lo siamo, con la nostra preghiera. Ma questo lavoro ci permette di avvicinarci a tutti perché, nonostante la nostra vita di isolamento e preghiera, sembriamo più ‘normali’, più vicini alla gente comune». L’arte birraria, dicono, diventa una vera e propria forma di evangelizzazione: «molte persone entrano nel nostro negozio interessate alla birra e poi possono avvicinarsi anche alla religione»…

 

Testi di Maria Giovanna La Porta e Giulia Paltrinieri

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