Unica Umbria

Curiosità

Ricami

A Deruta antichi ricami e “pesi d’amor”

Articolo tratto da Umbriatouring

A Deruta i ricami della tradizione si mostrano ancora in tutta la loro sfavillante bellezza. Grazie soprattutto alle ricerche di Anna Lisa Piccioni e alla collaborazione di valenti ricamatrici, Maria Rita Squarta e Anna Rita Mereu, è stato recuperato il Punto Deruta del quale si era quasi persa la memoria. L’antica tecnica è riemersa, quasi come in uno scavo archeologico, intorno alla raccolta di manufatti, disegni, rare pubblicazioni e testimonianze d’epoca. Nel 2004, Piccioni ha fondato l’Accademia Punto Deruta. E la nobile tradizione è tornata in vita. Una eredità preziosa, che ora è tramandata attraverso corsi formativi, pubblicazioni su riviste scientifiche, mostre e concorsi internazionali e di settore.

Nella città della ceramica, il ricamo si è sviluppato in modo parallelo alle famose maioliche, fino ad imitarne ed esaltarne le affascinanti decorazioni. Già nel Duecento, come ricordano antichi documenti scovati dallo studioso Italo Ciaurro, Deruta era famosa per le sue leggiadre tessiture. La tradizione vuole che il Ricamo Deruta, una tecnica particolare a fili contati, sia nato da un frammento rinvenuto nella bella chiesa di San Francesco. E proprio a Deruta si ricama ancora oggi il Punto Caterina de’ Medici, o Punto Madama, di gran moda agli inizi del Cinquecento, chiamato così perché la regina lo importò alla corte di Francia, quando sposò il re Enrico II. L’attività tessile, per secoli portata avanti solo nei conventi, riemerse nei primi anni del Novecento grazie alle sorelle dell’Ordine del Preziosissimo Sangue di Cristo. Le suore insegnarono la loro arte nella Scuola Lavori Femminili Deruta. Nello stesso periodo, le sorelle Corcioni fondarono e diressero la Scuola di Ricamo Umbria: una storia d’arte, passione e spirito di impresa. L’attività diventò così fiorente che nel 1929 per l’azienda derutese lavoravano almeno 150 donne. E i manufatti venivano venduti in abbinamento con servizi da tavola, soprattutto in America.

Il Ricamo Deruta divenne un segno di stile e di eleganza, come testimoniano molte pubblicazioni sull’argomento diffuse all’inizio del secolo scorso. In quel fatidico 1929 la rivista Mani di Fata dedicò al Ricamo Deruta il suo primo album. Quasi un canto del cigno: la grave crisi economica che deflagrò agli inizi degli anni Trenta impose la chiusura delle scuole e dei laboratori. Oggi la tradizione di eleganza e bellezza continua grazie all’Accademia. Per il Ricamo Deruta Antico, a fili contati, si segue uno schema su carta quadrettata. Viene utilizzata una tela rada, di lino o canapa, ad armatura regolare, nei colori crema o greggio di varie pesantezze: sottile come una garza o spessa tipo buratto. Il filo utilizzato per il ricamo (una volta si chiamava “refe”) potrebbe essere dello stesso tessuto oppure di lino. Comunque, della stessa tonalità e spessore della trama del tessuto, così da inserirsi perfettamente nell’intreccio della tessitura. Fino a rendere identici il rovescio e il diritto. Il Ricamo Policromo è realizzato su tela di lino umbra con filato di cotone, ad imitazione dei colori e decori della maiolica, in particolare del Raffaellesco, Ricco Deruta e Arabesco. Per l’esecuzione si usano i classici punti. E i manufatti si sposano con i servizi ceramici da caffè, da tè o da tavola.

Ma per il visitatore la meraviglia arriva dalle fuseruole: deliziose biglie dipinte in ceramica, chiamate così perché venivano utilizzate come contrappeso nella filatura della lana: bilanciavano il fuso e facevano rimanere uniforme il filato. Le piccole perle in maiolica erano “pesi d’amor”: pegni da donare alle promesse spose che recavano impresse le iniziali della donna amata, seguite da motti augurali per una vita segnata dal benessere e dalla virtù. L’usanza, testimoniata già dal Trecento, era diffusa nelle campagne dell’Umbria fino a qualche decennio fa. Testimonianze primitive sono state trovate dagli archeologi anche nelle tombe di donne vissute migliaia di anni fa, sepolte con la loro promessa d’amore. Anna Lisa Piccioni e Mauro Branda hanno riannodato i fili di una storia antica e recuperato la tradizione delle piccole e belle fuseruole. Così, ancora oggi, le Antiche Fuseruole Deruta producono questi splendidi manufatti: i singolari monili rinascono grazie alla collaborazione con l’Accademia Punto Deruta in abbinamento ai ricami macramè.

Federico Fioravanti

Da ”Umbria delle mie Trame. Tessuti, merletti e ricami: gli itinerari dell’alto artigianato artistico” edito da Promocamera, azienda speciale della Camera di Commercio di Perugia. Testi e coordinamento editoriale di Federico Fioravanti, progetto grafico di Studio Fabbri.
Il volume è scaricabile dal sito Tipicamente Umbria – Artigianato artistico