Unica Umbria

Storia & Storie

L’Olimpo dei vini

In tavola
Autore: Petronilli, Bruno

Una terra di grandi vini. L’Umbria vanta due Docg, marchi di Certificazione di origine controllata e garantita e una grande tradizione di Vini Passiti. Prodotti che seguono disciplinari severi a garanzia del consumatore.

TORGIANO ROSSO DI RISERVA DOCG È uno degli emblemi dell’enologia umbra, il primo vino a ricevere la Doc nel 1968 e la prestigiosa Docg nel 1990. La zona di produzione del Torgiano Rosso Riserva si estende all’intero territorio del comune di Torgiano, nelle zone collinari che si stagliano lungo la confluenza dei fiumi Chiascio e Tevere. È un territorio straordinario, a grande vocazione vinicola, dove la composizione del terreno e il microclima perfetto rendono vigorose le vigne di Sangiovese che entra da protagonista della composizione del Torgiano Rosso Riserva con una percentuale che può essere compresa tra il 50 e il 70%. Completano la fragranza di questo grande vino umbro il Canaiolo (dal 15 al 30%), il Trebbiano (fino a un massimo del 10%) e nel disciplinare sono compresi anche Ciliegiolo e Montepulciano fino ad un massimo del 15%. L’importanza del Torgiano Rosso Riserva Docg è evidenziata dall’obbligo di invecchiarlo per almeno tre anni prima della commercializzazione, periodo di affinamento che sa regalare un vino intenso, vibrante ed armonico.

Vigneti di Sagrantino

MOTEFALCO SAGRANTINO DOCG È una delle due Docg dell’Umbria: il Sagrantino di Montefalco è ormai entrato nell’Olimpo dei vini più importanti dell’enologia italiana, famoso in tutto il mondo. Lunga la tradizione per questo grande, che negli ultimi decenni ha visto uno sviluppo impressionante sia in merito alla diffusione territoriale, che per quanto riguarda la qualità sempre crescente.

Coltivato alle pendici delle dolci colline umbre, la sua zona di produzione comprende l’intero territorio dei comuni di Montefalco, Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell’Umbria. Il disciplinare consente una resa massima di uva non superiore agli 80 quintali per ettaro e non può essere commercializzato prima di 30 mesi di affinamento. Esiste nelle due tipologie “secco” e “passito”, che si distinguono nettamente per caratteristiche: il secco è un grande vino da abbinamento a carne alla brace, perfetto con la sua tannicità, mentre il “passito” si sposa perfettamente con dolci secchi o formaggi erborinati.

I Vini Passiti Umbria terra da passiti si potrebbe dire, vista la qualità e la tradizione di alcune tipologie di questo vino solitamente dolce e definito “da meditazione”. L’Umbria condivide, anche se in misura minore, con la Toscana la grande tradizione del Vinsanto, prodotto prevalentemente con uve Trebbiano un po’ in tutta la regione e quindi molto diffuso. Ma accanto anche a piccole produzioni di nicchia come il Passito da Grechetto, rarità della zona di Todi, due sono le tipologie di altissima qualità che si contendono la palma di re dei passiti umbri.

Vigneti dell’orvietano, foto Paolo Ficola

Il Sagrantino di Montefalco passito Doc, innanzitutto, che a Montefalco rappresenta una tradizione secolare, nato prima ancora che si facesse il Sagrantino secco. Dolce, tannico e straordinariamente profondo, il Sagrantino passito ha un tipico colore rubino tendente al granato e profumi caratteristici di piccoli frutti rossi.

Agli antipodi per peculiarità e storia c’è Orvieto con il Muffato o Muffa Nobile, che, nel caso di alcuni valenti produttori, può a ben ragione essere considerato come uno dei migliori passiti italiani. È una vendemmia tardiva dalle tipiche uve a bacca bianca dell’orvietano, su cui si sviluppa la Botrytis Cinerea, l’aristocratico fungo che in particolari condizione è una manna dal cielo: consuma l’acqua all’interno dell’acino, concentrando il livello degli zuccheri e conferendo al vino aromi straordinari.

Bruno Petronilli