Unica Umbria

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Edizione: 2019 Pedalando con il Poverello

Luoghi, Outdoor
Autore: Botta, Federica

Dai Monti Sibillini alla Piana del Tevere, un percorso ciclabile per seguire i percorsi meno noti del Poverello di Dio, nel comprensorio spoletino, con le due ruote su panoramiche ex-ferrovie e dolci argini fluviali.

 

Francesco non è ancora Santo. Non è scalzo, né Poverello. Non contempla il Creato, né scrive Cantici. E’ ancora Giovanni di Bernardone dei Moriconi, figlio benestante del più ricco mercante di Assisi e di Giovanna de Bourlermont, detta Monna Pica, nobildonna francese di Provenza. E’ insieme ad un gruppo di giovani in una chiesa per chiedere la benedizione, ma non sono suoi confratelli e non vestono il saio. Il padre – quello carnale non quello celeste- gli ha appena comprato l’elmo piumato e il cavallo da battaglia, l’armatura corazzata, lo scudiero, gli araldi, la spada e la lancia, per sollevarlo al rango di Cavaliere, fargli fare fortuna e trasformarlo nobilsignore.

E’ il 1204. Francesco, dopo aver sognato un grande palazzo pieno di ricchezze e armi fregiate della Croce, che una voce che le annuncia come presto sue, è convinto di poter trovare la gloria in battaglia, quindi si mette in viaggio alla volta di Gerusalemme, per raggiungere le armate di Gualtieri III di Brienne, in partenza per la Quarta Crociata. Mentre però riposa aspettando la Messa solenne nella Basilica di San Sabino, Francesco riceve il secondo dei suoi sogni premonitori. La Voce gli domanda perché abbia lasciato il Padrone per seguire il servo e gli ordina di tornare ad Assisi, dove gli verrà svelata la sua vera strada.

E’ l’inizio della Conversione e del percorso che lo porterà a diventare il Santo protettore d’Italia. Francesco, ormai frate, tornerà molte altre volte a Spoleto e alla Valle Umbra, che amava per la bellezza dei monti, dei corsi d’acqua e delle antiche foreste, da lui considerate una della più gioiose rappresentazioni del Creato. A Monteluco, la montagna alle spalle della città, nell’antico Bosco Sacro, già nel 1218 fondò un primo Cenacolo, conosciuto come la Porziuncola di Monteluco. “Nihil jucundius vidi valle mea spoletana”, ripeteva ai suoi confratelli e forse fu proprio qui che scrisse la lettera a Frate Leone, conservata oggi nel Duomo di Spoleto, una delle due sole epistole riconosciute come autografe ed originali.

Francesco accenna ad una misteriosa conversazione avuta con Leone, “lungo la via”, probabilmente proprio viaggiando in lungo e in largo nella Valle Umbra.

Noi non andiamo scalzi sui sentieri contemplando il Creato, non discutiamo di teologia lungo il Cammino, ma ci spostiamo sugli stessi percorsi calcati dal Poverello e dai suoi confratelli, tra la Valle Umbra e la Val Nerina con il mezzo più ecologico possibile per non rovinare la Madre Terra da lui tanto amata, lungo la GreenWay Assisi-Spoleto-Norcia, dichiarata nel 2015 la Via Verde più bella d’Italia. Ne approfitteremo per salire allo spettacolare altopiano di Castelluccio, famoso per “le fiorite”di giugno e luglio, incredibili esplosioni di colore, miste dei  petali di lenticchie, patate e flora selvatica, che sicuramente incantarono il Santo.

Nella terra di Francesco

Una piana ricca per l’agricoltura e la pastorizia, sulla via di passo tra il Tevere e l’Adriatico, che per ben tre secoli, proprio a cavallo della vita di Francesco, fu conteso tra Norcia e Visso. Una storia di scontri e battaglie che mal si sposa con i paesaggi spirituali, che  oggi come allora  regalano invece pace e tranquillità (e una posizione eccezionalmente favorevole al volo libero in parapendio).

Visiteremo Norcia, la bella cittadina di San Benedetto, fondatore del monachesimo europeo e patria indiscussa dell’arte sublime di conservare la delicata carne di maiale in prelibati insaccati, non a caso conosciuta come “norcineria”. Scenderemo dagli Appennini verso la piana del Tevere, lungo la stretta e tortuosa Val Nerina, grazie al tracciato della ex-ferrovia del 1926, un miracolo di ingegneria civile, con 19 gallerie, 24 ponti o viadotti e tratte elicoidali che ricordano le grandi linee alpine svizzere. Cinquantuno chilometri riconvertiti in una eccezionale via ciclabile, con pendenze montane, che arrivano al 45 per mille, ma che ci godremo nel verso più comodo, quasi tutto in discesa. Raggiungeremo Spoleto, capitale nel VI secolo del grande Ducato Longobardo che comprendeva anche parte dell’Abruzzo, del Lazio e del Molise e che sopravviverà sino alla distruzione di Federico Barbarossa nel 1155 e alla successiva annessione allo Stato Ponteficio. Dominata dalla trecentesca Rocca Albornoziana, oggi è conosciuta come la Città-Teatro, grazie al Festival dei Due Mondi e alla serie quasi ininterrotta di eventi dedicati alle arti figurative e musicali che hanno luogo nelle sue piazze.

Risaliremo la Valle Umbra, con una ciclabile di argini e canali, interamente pianeggiante, che bordeggia le colline rinomate per l’olio, come Trevi, con il suo dop certificato da piante millenarie della cultivar locale Moraiolo o per il vino, come Montefalco, con il suo inimitabile Sagrantino. Giungeremo a Bevagna, borgo medioevale per eccellenza, dove ancora è possibile assistere  agli antichi mestieri della Cartiera, della Cereria, del Setificio o del Dipintore e che a giugno si trasforma nel grande Mercato Medioevale delle Gaite. Ed infine termineremo ad Assisi, per scoprire di più della vita del Santo negli affreschi di Giotto della Basilica, nell’intimità delle celle dell’Eremo delle Carceri o contemplando il Creato dall’alto del Monte Subasio.

Dopo il terremoto

La parte appenninica del percorso è stata duramente colpita dall’evento sismico del 2016, che ha portato al crollo della chiesa di Norcia, allo smottamento di un costone di montagna sui Monti Sibillini, alla chiusura della strada per Castelluccio e alla dichiarazione di inagibilità per molte case, strutture ed edifici in tutta la fascia di confine con le Marche, sino alla piana spoletina e tiberina. Sin dai primi mesi dopo il sisma, però tutto territorio ha combattuto per tornare il più in fretta possibile alla normalità ed in questa battaglia per tornare a vivere il turismo gioca un ruolo fondamentale. Visitare le zone terremotate, fermarsi a dormire o mangiare nelle strutture che hanno riaperto, acquistare i prodotti locali può aiutare in modo concreto e decisivo chi ha deciso di restare e ricominciare da capo, con determinazione e coraggio. Per questo abbiamo voluto scelto  proprio un percorso che conduce vicino all’epicentro, ma anche di non pubblicare immagini della città di Norcia, in ricostruzione al momento del nostro sopralluogo, convinti che in poco tempo tornerà alla bellezza per cui tutti la ricordano. Proprio a causa del sisma e dei lavori di risistemazione dei tracciati, alcuni tratti della ciclabile Spoleto Norcia sulla ex ferrovia possono essere chiusi al transito, con deviazioni segnate in loco. Il tratto sicuramente aperto è quello da Norcia a Serravalle e poi dalla stazione di Caprareccia a Spoleto. Nel resto del tracciato vigono alcuni cartelli di divieto, assolutamente disattesi dai ciclisti locali, che hanno creato anche piccole deviazioni. Sicuramente chiusa la galleria di Caprareccia.

Spoleto Norcia in Mountainbike
Arrivata nel 2018 alla terza edizione, la Spoleto Norcia in Mountain Bike, che avrà luogo il 1 e il 2 Settembre si è già trasformata nell’evento ciclistico amatoria più importante del centro Italia. per questa nuova edizione sono previsti 4 percorsi: due amatoriali -il Family (14 chilometri con 250 metri di dislivello), il Classic, diviso a sua volta in Easy (40 km), Medium (45 km) e Hard (50 km con 1500 metri totali di dislivello) – e due competitivi Randonnee (200 km con 3500 metri di dislivello totale) e l’Extreme (45 km con 2000 metri di dislivello). Informazioni ed iscrizioni su laspoletonorciainmtb.it 

Note al percorso generale: presentiamo un tracciato lineare da Norcia ad Assisi, con due varianti per pedalatori allenati o per e-bike, evitabili, verso la Piana di Castelluccio alla partenza e verso la vetta del Monte Subasio, all’arrivo.

Gli itinerari

Prima tappa
punto di partenza: Norcia
punto di arrivo: piana di Castelluccio
lunghezza: 60 km
dislivello massimo: 910 m
note: il percorso è indicato per pedalatori allenati o per le e-bike, con una pendenza massima del 12% e una salita pressoché continua dalla piana Norcia al Belvedere sulla piana (circa 17 km). Fondo di asfalto su viabilità mista con il traffico veicolare, ma a bassa frequentazione. Ritorno per la stessa strada.

Usciti dal centro storico e dalle mura di Norcia, raggiungere l’angolo sud-est dell’antica fortificazione, su via della Circonvallazione, all’incrocio con via Tre Valli Umbre. Imboccare poi la SS 685, seguendo il traffico veicolare (unico tratto un po’ più frequentato), verso la zona industriale. All’incrocio con via dell’Ospedale, in prossimità della stazione di servizio, si continua a seguire la statale 685, passando davanti alla Salumeria Fratelli Ansuini e con la cioccolateria XXX. Dopo circa 3 chilometri, al bivio con la provinciale 478, si imbocca a sinistra, in salita, continuando sulla 685. Inizia qui la salita, che seguirà ininterrotta sino al passo della piana di Castelluccio. Il percorso è piuttosto facile da seguire: al primo bivio, a circa 8 chilometri dalla partenza,  si lascia la statale per la provinciale 477, che seguiremo sino a destinazione. Al secondo bivio, al passo di Forche Canapine, si tiene ancora la sinistra, tralasciando l’asfalto che porta verso le Marche, continuando l’arrampicata, sempre più ripida. Mancano ancora due chilometri scarsi al passo di accesso alla piana di Castelluccio, con il suo Belvedere e poi ancora nove chilometri al paesino, praticamente tutti in discesa o piano, ad accezione dell’ultimo strappo per raggiungere il borgo.

Seconda tappa
punto di partenza: Norcia
punto di arrivo: Spoleto
lunghezza: 50 chilometri circa
dislivello in discesa: 310 metri
dislivello in salita: 450 metri
note: percorso facile e dolce, in discesa con pendenza contenute nel tratto Norcia-Sant’Anatolia di Narco, più impegnativo sino a Forca di Cerro, con salite sino al 3% e discese del 4,5%. Fondo misto di asfalto condiviso con le auto e sterrati dedicati alle due ruote. Non adatto ai bambini quando transita sulla viabilità ordinaria.

Si parte da Norcia, dal piazzale di terra sotto l’angolo sud-est delle Mura, all’incrocio tra via Circonvallazione e la statale delle Tre Valli Umbre. Si segue via Reggiana sino ad una curva, su cui inizia il tracciato ufficiale della ex-ferrovia, nello sterrato centrale del bivio a tre strade. Si prosegue sempre sull’antica via ferrata, sino alla bella stazione di Serravalle, dove il percorso si interrompe (circa 5 chilometri). Si deve quindi imboccare la strada regionale n°320 (ex ss 685), in direzione Perugia. Poco oltre l’ultima galleria, a circa 10 chilometri dalla partenza, ci si trova di fronte ad un grande bivio a T, dove si svolta a sinistra, proseguendo per 140 metri, prima di svoltare ancora a sinistra su una discesa che riporta al vecchio percorso della ferrovia (lasciare caseggiato a destra). Pedalando sulla linea ferrata per circa un chilometro e mezzo, si incontra la provinciale 470. Svoltando a sinistra, si prosegue per 150 metri, sino all’incrocio. Si lascia quindi la strada principale, proseguendo dritti in direzione delle acque minerali (stabilimento Acque Misia), lungo le indicazioni specifiche per le bici.

Dopo altri 1500 metri si incontra un incrocio, con uno sterrato che attraversa il Nera, ancora sul percorso della ex-ferrovia. Poco dopo aver passato il bivio per Piedipaterno, il tracciato corre accanto alla strada sino alla stazione di Sant’Anatolia di Narco, proseguendo poi ancora pochi metri sino al Bar Alberto. Dal parcheggio del Bar, si attraversa la sp 471, per raggiungere il parcheggio di fronte, dal quale partono le strisce pedonali per attraversare la ss 685. Attraversando ed entrando nel parcheggio, si  trovano le indicazioni per la ex-ferrovia. Da qui il tracciato diventa ripido e impegnativo, con buone indicazioni e cartellonistica, ma numerose deviazioni ancora legate agli eventi sismici del 2016. Si prosegue sempre in salita, con varie gallerie e un tratto di rettilino, sino ad arrivare alla galleria Caprareccia, purtroppo chiusa al transito. Pochi metri prima, si trova la deviazione per superare l’ostacolo. Uno sterrato in salita, pieno di pietre, ci porta al piccolo borgo di poche case di Tassinare, dove si segue l’asfalto sempre in salita. Al primo bivio si svolta a destra, quindi si segue la strada, che diventa  sterrata, sino a raggiungere la statale 395 (2,7 chilometri da Tassinare). Sulla statale, si svolta a sinistra in direzione Spoleto, proseguendo pochi metri in salita, per raggiungere il Passo di Forca di Cerro. Inizia finalmente la discesa che ci lascerà a Spoleto. Dopo 3 chilometri, alla bella stazionino di Carrareccia, si può riprendere il percorso della ex-ferrovia, con i suoi bei viadotti sospesi e le gallerie elicoidali dalla forte pendenza (6,5 chilometri di sterrato, sino all’arrivo), che termina a pochi chilometri dal centro di Spoleto.

Terza tappa
punto di partenza: Spoleto
punto di arrivo: Assisi
lunghezza: 45 chilometri, escluse deviazioni per le visite
note: la parte più facile dell’intero tracciato, interamente pianeggiante ad eccezione delle visite al centro storico di Trevi e della salita ad Assisi

Visitata la capitale del Ducato longobardo, con il suo incredibile contrasto tra le strutture medioevali della Rocca Albornoziana o del Duomo gotico-romanico e la passione tutta moderna per le arti contemporanee, come il Museo di Arte Visiva di Palazzo Collicola o il Festiva dei due Mondi, si può partire alla volta di Assisi. L’inizio della ciclovia è a San Nicolò alla periferia di Spoleto, poco distante dalla statale che conduce ad Acquasparta, a poco più di quattro chilometri dalla stazione RFI di Spoleto. Qui un’ex fabbrica di piastrelle è stata recuperata e convertita in Bicigrill, un punto ristoro dove è possibile ottenere informazioni di prima mano sulla ciclabile. Il percorso parte su pista dedicata, con buone indicazioni marroni dalla scritta Assisi, imperdibili, che subito si dirigono verso l’argine del torrente Maroggia. Dopo i prati per il “lancio del Ruzzolone”, antico gioco di strada spoletino, tornato in voga in questi ultimi decenni, si prosegue su pista verso San Giacomo, castello medievale con doppia torre d’angolo trasformato in un operoso borgo agricolo. Seguendo sempre la pista parallela al corso del Maroggia, alternando tratti dedicati alle due ruote, con brevi tratti di asfalto condivisi con il traffico dei frontisti,  la ciclabile sfiora Campello sul Clitunno, poco lontano dalle famose fonti del Clitunno e dal tempietto, celebrate da Giosuè Carducci e amate dai viaggiatori ottocenteschi nel loro Grand Tour, inizia a costeggiare la statale n° 3 Flaminia. Il Maroggia e la pista proseguono verso nord, sino a raggiungere, in venti chilometri dalla partenza, la base del borgo di Trevi, città dell’olio per eccellenza, che merita indubbiamente una visita, ma richiede una salita ripida di qualche chilometro.

Allontanandosi appena dall’antica strada romana, la ciclabile raggiunge la periferia di Matigge, dove devia verso ovest, seguendo il corso del fiume Clitunno, sull’argine del torrente Teverone. Questo bel canale ombreggiato e pianeggiante, allontanandosi dalla Flaminia che dirige verso Foligno, ci conduce nel cuore della Valle Umbra, sino a Bevagna, altro incantevole e caratteristico borgo, facilmente visitabile perché tutto in pianura. Il piccolo centro medioevale è famoso per una delle più antiche e rigorose manifestazioni storiche, “Il Mercato delle Gaite”, dieci giorni in cui tutto il paese si trasforma in una cittadella del ‘400, con botteghe di mestieri ormai scomparsi come il ceraiolo o il setificio e locande familiari negli scantinati. Alcuni laboratori degli antichi mestieri restano visibili tutto l’anno. Aggirate quindi le mura, con l’ansa del fiume Clitunno, ci si immette sull’argine sinistro del torrente Timia, che si segue sino ad attraversare la provinciale a Cantalupo e poi ancora verso nord sino a Cannara. Qui le indicazioni, sempre ben presenti, conducono sulla riva rialzata del Topino, quindi segnalano di svoltare sulla stradina di Vocabolo Castello, nel tratto forse meno istintivo da seguire di tutto il tracciato. Con la pista di vocabolo Stradone  si raggiunge la provinciale SP 410, da cui un tratto esclusivo per le bici connette con via Montenero, che punta diretta verso il Monte Subasio. Un intreccio di stradine permette di superare la ferrovia, la superstrada E45 ed infine raggiungere Rivotorto. Da qui sarà proprio via della Regola francescana e poi via Francesca, al limitare del Parco del Subasio a condurci sino alle porte di Assisi, che si raggiunge con un ultimo ed unico tratto di ripida salita.

Quarta tappa
punto di partenza: Assisi
punto di arrivo: Spello
lunghezza: 30 chilometri circa
dislivello: 825 metri
note: altra tappa impegnativa, a fondo misto, condiviso con il traffico veicolare, ma su strada a bassa densità, ad eccezione dei giorni di festa del Santo o in piena estate.

Il percorso può iniziare subito fuori le mura della cittadina, al bivio tra la provinciale 251 e via Eremo delle Carceri. Si inizia subito a pedalare in salita, ma con una pendenza ancora dolce, per circa 4 chilometri sino all’antico Santuario, primo luogo di preghiera del Santo e dei suoi seguaci. Dal parcheggio superiore utilizzato anche dai taxi dell’Eremo inizia la strada del Monte Subasio, una bella escursione tortuosa che sale in circa 8 chilometri sino al parcheggio sotto la vetta del panoramicissimo colle, da dove lo sguardo spazia su tutta la Val Tiberina, la Valle Umbra, il Lago Trasimeno, giù sino ai Monti Sibillini da cui siamo partiti. Dieci chilometri di discesa conducono all’incantevole borgo di Collepino, che pare tratto da un presepe, superando l’Eremo delle Piccole Sorelle di Maria o della Trasfigurazione, monastero di clausura che fondato negli anni ’60 che ancora dimostra quanta attrazione esercito questi luoghi sulle persone spirituali. Quindi la provinciale 249 e via Bulgarella, conducono alle spalle delle mura della cittadina di Spello, altro esempio di borgo medioevale perfettamente conservato.

Block Notes

Durata 3-5 giorni

Quando da aprile a novembre

Come arrivare: in auto Spoleto di raggiunge con la statale 3 Flaminia, ad alto scorrimento, che collega Terni con Perugia e su cui si trova anche il bivio per Assisi e la deviazione per la  statale 685 che collega la Val Nerina. Dista da Roma circa 130 chilometri, via Orte e Terni; da Milano circa 500 chilometri, con la autostrada A1, via Parma-Bologna-Cesena e poi con la superstrada E45 gratuita per Città di Castello e Perugia; da Firenze sono circa 210 chilometri, con la superstrada A1 sino in Val di Chiana, poi con il raccordo ad alto scorrimento gratuito Siena-Bettolle, via Lago Trasimeno e Perugia. In treno, la stazione è a Spoleto delle FFSS, www.trenitalia.it oppure ad Assisi, della Ferrovia Centrale Umbra, www.umbriamobilita.it. Norcia non è più servita dalla linea ferroviaria, ora convertita in ciclabile, ma da un servizio pullman della BusItalia. In aereo: l’aeroporto più vicino è a Perugia Sant’Egidio, San Francesco d’Assisi, www.airportumbria.it, con voli da Catania, Trapani e Cagliari.

Come muoversi: Da Settembre 2016 è in vigore un comodissimo servizio autobus della Busitalia, che sulla linea E401 Norcia-Spoleto (sino a 8 corse al giorno) permette il trasporto bici, per tre volte al giorno, con portabici esterno, sia nei feriali che nei festivi, al costo di €6,10 a persona, più 3,50 per la bici. Info su www.fsbusitalia.it, tel.075.9637637-075.9637909. Per spostarsi da Assisi a Spoleto si può utilizzare il servizio bus della Busitalia, con cambio a Foligno, linea E415 Assisi-Foligno e linea E425 Foligno-Spoleto. Assisi è collegata a Foligno anche dalle Ferrovie Statali, www.trenitalia.it

Camper: Spoleto, Area Sosta Camper Spoleto, viale Giacomo Matteotti 10, €8/24h, senza c/s, solo fontanella per acqua potabile, 10 minuti dal centro, a due passi dalle scale mobili per la Rocca, un po’ rumorosa per la vicinanza della strada  e del viadotto, in leggera pendenza. Assisi, Punto Sosta camper Madonna dell’Olivo, via Madonna dell’Ulivo-Porta Nuova, recintata con illuminazione notturna, a pagamento €10/24h, aperto tutto l’anno, con servizi c/s, su terra battuta, con accesso un po’ difficoltoso in caso di forte affluenza.

Cosa Vedere: Spoleto, Rocca Albornoziana e Museo Nazionale del Ducato, piazza Campello/Giro della Rocca, tel.0743.224952, raggiungibile con la scala mobile (non accessibile alle bici), apertura ma-dom 9:30-18, ingresso €7,50, gratuito la prima domenica di ogni mese; Museo del tessuto e del costume, via delle terme, tel.0743.45940, aperto sab e dom 15-18, ingresso €3; Museo Archeologico Nazionale, via Sant’Agata 8/a, tel.0743.223277, aperto tutti i giorni 8:30-19:30, ingresso €4, gratuito la prima domenica di ogni mese; Museo di Arti Moderne Carandente e Palazzo Collicola, piazza Collicola 1, tel.0743.46434, apertura mer-lun 10:30-13/15-17:30, chiuso mar, ingresso €6,50 feriale €9 festivo. Assisi, Basilica di San Francesco, apertura chiesa superiore 8:30-18:50, chiesa inferiore e tomba 6-18:50, la Tomba è aperta per la preghiera anche il ven e sab, 21-22. Bevagna, Circuito dei Mestieri del Mercato delle Gaite, possibilità di visita alle botteghe del Ceraiolo, della Seteria, del Cartaio e del Dipintore, apertura ven-dom 10:30-12:30/15-17:30, biglietto direttamente in bottega, www.mercatodellegaite.itTrevi, Museo della Civiltà dell’Ulivo, tel.0742.381628, apertura mar-dom 10-12:30/14:30-18, 15:30-19 a giugno e luglio, 15-19:30 ad agosto, solo sino alle 17 in inverno.

Appuntamenti: Norcia, febbraio-marzo, Nero Norcia, Mostra Mercato del Tartufo e Marzo Benedettino. Castelluccio, 15 giugno-15 luglio, Le Fiorite, spettacolare fioritura della piana. Spoleto, 29 giugno-15 luglio, Festival dei Due Mondi, 60° edizione, manifestazione dedicata alle arti figurative, dal teatro alla danza, dall’opera al musical. Trevi, 1-25 novembre Frantoi aperti. Montefalco, ultimo we di maggio, Cantine Aperte. Bevagna, 14-24 giugno, Mercato delle Gaite, manifestazione medioevale. Assisi, 24 settembre- 4 ottobre, Celebrazione Nazionale di San Francesco, Patrono d’Italia. Spello, primo we di Giugno, Infiorate del Corpus Domini.