Edizione: 2016 Scalare le vette: due giorni a Orvieto
Orvieto è l’ultima città in cima a una collina con una profonda storia da esplorare. Tuttavia gli alti e bassi non includono soltanto l’ascesa al potere della città umbra durante il Medioevo dalle sue antiche radici etrusche, e i declini occasionali durante le lotte politiche intestine fra le sue nobili famiglie.
È anche una storia di vita sopra e sotto il suolo, ancora oggi. Una città di circa 21.000 persone, Orvieto è a meno di 90 minuti di treno verso nord da Roma. La città – con il magnifico Duomo che brilla al sole – si erge maestosamente sulla campagna circostante dal suo trespolo, su un altopiano di roccia tufacea.
Abitata dagli Etruschi già nel IX secolo a.C., il poroso tufo contiene un mondo sotterraneo complesso fatto di grotte, cisterne e cave in cui molti lavoravano mentre vivevano su in città. Prima del XIII secolo Orvieto divenne una fiorente città-stato e famosa come luogo di ritiro del Papa.
Il Papa Urbano IV rese la città famosa quando fissò lì la sua residenza nel 1262 per fuggire ai disordini civili di Roma. Nel 1263 un sacerdote dubbioso si fermò nella vicina Bolsena durante il suo viaggio verso Roma e vide del sangue colare dall’Ostia mentre pronunciava la sua omelia. Il sangue coprì la tovaglia sull’altare che fu portata da Urbano per fargliela vedere.
Il papa fu così impressionato dal “Miracolo di Bolsena” che istituì la festa del Corpus Christi, una celebrazione eucaristica ancora oggi rispettata dai Cattolici e in particolare ad Orvieto (di solito a Giugno) con un pellegrinaggio di mezzanotte da Bolsena a Orvieto seguito da una folta processione di cittadini in costumi dai toni gioiello. Urbano ordinò inoltre che fosse costruita una nuova chiesa per ospitare la tovaglia insanguinata. Quella chiesa, la cui prima pietra angolare fu posta da Papa Nicola IV nel 1290, sarebbe diventata la magnifica cattedrale di Orvieto.
Oggi, Orvieto offre una meravigliosa passeggiata attraverso la storia e c’è tanto per tenere i visitatori occupati per diversi giorni, ma se ne avete solo uno o due, ecco alcuni suggerimenti di ciò che non potete perdere.
GIORNO UNO
Giro nella parte alta
Il modo migliore (e più divertente) per arrivare è attraverso la Funicolare Bracci, che porta le persone da Piazza Matteottidi fronte alla stazione ferroviaria di Orvieto fino a Piazza Cahen. La funicolare, completata nel 1888, passa ogni 10 minuti e consente un ingresso spettacolare in quanto passa attraverso le vigne e gli uliveti locali. Chiude attorno alle 20.30, quindi se pensate di partire presto, chiedete in stazione a che ora è l’ultima corsa.
La funicolare è aperta tutti i giorni dalle 7.20 alle 20.30; i biglietti costano 1,30€. Se arrivate in auto, Orvieto è un’uscita dell’autostrada A1, fra Firenze e Roma; dai parcheggi si può accedere alla città tramite ascensore.
Una volta in Piazza Cahen, per una bellissima vista sulle colline umbre, girate a sinistra fuori dalla stazione per raggiungere le rovine della Fortezza di Albornoz, costruita nel 1364 dal Cardinale spagnolo Egidio Albornoz per festeggiare le sue vittorie militari e fornire difesa (sebbene con la sua posizione sulla rupe, Orvieto fosse praticamente inespugnabile). I giardini della fortezza sono ora un parco pubblico ideale per un pic-nic.
Dalla funicolare ci sono autobus che arrivano su in centro, ma per una presentazione migliore della città, fate una passeggiata di 10-15 minuti fino alla via principale, Corso Cavour, che arriva fino a Piazza Repubblica sul lato opposto della città. (E’ possibile munirsi di una mappa presso l’ufficio turistico di Piazza Cahen.)
La passeggiata lungo la strada di ciottoli introduce i visitatori all’architettura dai toni dorati di Orvieto. Quasi tutti gli edifici sono fatti di tufo, che conferisce alla città una tavolozza di colori omogenei, caldi e invitanti. Lungo la strada vedrete davanti a voi scorci dei mattoni rossi della Torre del Moro. La massiccia torre dell’orologio spicca per il suo colore e per la sua altezza: circa 48 metri.
Se sentite il bisogno di un bicchierino per tirarvi su, ci sono numerosi bar e caffè lungo via Cavour, inclusi Barrique e Caffé Cavour. Con tavoli all’aperto, sono ottimi punti per osservare la gente e per bere un buon bicchiere di vino di Orvieto verso sera.
Il Duomo dorato
Alla Torre, girate a sinistra su Via del Duomo e passerete davanti a numerose botteghe di artigiani come Orogami, un negozio di gioielli di alta gamma di proprietà di amichevoli maestri gioiellieri marito e moglie, Massimo e Tiziana Aloisio. Passerete anche davanti a negozi di ceramica come Ceramicarte e Mastropaolo, che offrono autentica ceramica di Orvieto fatta a mano.
Man mano che vi avvicinate a Piazza del Duomo, la facciata mozzafiato della cattedrale a tripla capanna si apre lentamente alla vista con i suoi luccicanti mosaici, ori e marmi intarsiati, e il sorprendente rosone di Andrea di Cione. Ci sono voluti più di 100 anni per completare la chiesa ed è un trionfo di architettura gotica e romanica.
L’interno austero in un primo momento si pone in netto contrasto con la facciata. Immense colonne dividono il vasto spazio in tre navate. Ma camminando oltre, fuori dal buio che mette di malumore, dietro l’altare vedrete che le pareti sono piene di affreschi di Ugolino di Prete Ilario e Pietro di Puccio che illustrano episodi della vita di Maria. A sinistra, i visitatori si sentiranno intimiditi dal grande organo (che contiene oltre 5000 canne!), uno dei più grandi d’Italia, che si erge sulla Cappella del Caporale, dov’è conservata la famosa tovaglia dell’altare del Miracolo di Bolsena.
Sul lato opposto c’è la Cappella della Madonna di San Brizio, decorata con affreschi di Luca Signorelli che mostrano scene del Giudizio Universale in tutta la sua macabra gloria. Il registro inferiore contiene dei ritratti giocosi di poeti famosi come Omero, Orazio, Ovidio e Dante.
La cattedrale è aperta tutti i giorni dalle 9.30 alle 18.00, anche se fuori stagione spesso chiude entro le 14.30. l’ingresso costa 3€ o è incluso se acquistate la Carta Orvieto Unica (20€), che include l’ingresso praticamente ovunque a Orvieto: il Duomo e i suoi musei, l’Opera del Duomo, e quasi tutti i musei della città, oltre che il tour sotterraneo, e la Cava e il Pozzo di San Patrizio. È possibile acquistarla in molti punti della città, inclusi i chioschi della stazione ferroviaria e in Piazza del Duomo.
Se nel frattempo vi è venuta fame, la sfida ora è decidere dove mangiare. Un punto fantastico è Trattoria del Moro, sotto la torre dell’orologio. A conduzione familiare dal 1965, le sorelle Rolanda ed Emiliana Livi, e il figlio di Rolanda Cristian Manca, gestiscono il posto e mi dicono che piatti come Umbrichelli al Tartufo e Cinghiale alla Cacciatora sono i favoriti del luogo.
Un’altra opzione, con tavoli all’aperto in Piazza del Duomo, è l’Enoteca al Duomo, anch’essa a conduzione familiare, gestita da marito e moglie Emiliano Micheli e Ilaria Stacchiotti. Il loro ristorante offre assaggi dei gustosi vini di Orvieto (Orvieto Classico o Superiore, una frizzante miscela di vitigni Grechetto, Trebbiano e Verdelho), ed è specializzato in piatti tradizionali umbri con maiale, pasta e cose simili.
Il sottosuolo di Orvieto
Dal Duomo, raccomando di provare un tour guidato di 45 minuti del Sottosuolo di Orvieto, che più volte al giorno si svolge anche in inglese. Qui avrete il senso reale di quanto va in profondità la storia di Orvieto. Il tour vi porta sotto la città nelle antiche grotte e tunnel che si estendono per chilometri.
Poiché Orvieto è stata costruita su un promontorio, l’unico luogo in cui espandersi era verso il basso, e i primi cittadini lo fecero per trovare la tanto necessaria acqua, e utilizzarono quello spazio anche per gli affari. I cittadini oggi possono ancora vedere un antico frantoio che utilizzava tecniche ancora usate nella moderna produzione di olio.
Le cave, ci ha detto la nostra guida, erano un luogo ideale per conservare olio, formaggio e altro perché rimanevano a una temperatura costante di 14 gradi centigradi. Le famiglie nobili possedevano molte delle grotte e le utilizzavano come colombaie per ospitare piccioni, una prelibatezza locale oltre che un grande business. Attualmente alcune case hanno ancora grotte private sotto di esse che vengono utilizzate come cantine per il vino o come ripostigli.
L’ingresso è in Piazza Duomo 23. Per maggiori informazioni chiamare (39) 0763 340688 o visitare www.orvietounderground.it. I tour di gruppo partono più volte al giorno e il costo del biglietto è di 6€.
Se siete avventurosi potete provare il piccione nella Trattoria La Palomba, vicino Piazza della Repubblica. O forse volete cenare al ristorante siciliano Cibus, aperto nel 2013 da Alessandro Franzella e uno dei pochi posti in città dove è possibile ordinare pesce fresco, come tonno in crosta di pistacchi e branzino alla griglia.
GIORNO DUE
Mattinata di mercato
Il giovedì e il sabato sono giorni di mercato ad Orvieto, quindi se siete in città è divertente passare dalle colorate bancarelle di verdura fresca, formaggi e salumi sistemate in Piazza del Popolo all’ombra del suggestivo Palazzo del Capitano del Popolo. Il mercato di solito toglie le tende entro le 13.00.
Ritornando a Corso Cavour, c’è Caffe Montanucci che ha servito caffè e dolci fatti a mano per 100 anni, e che quindi è un luogo gustoso per la colazione. Se volete di più del tradizionale snack mattutino italiano con caffè e cornetto, servono anche una colazione all’americana.
Tempo di arrampicarsi
Un buon modo per smaltire il dolce della mattina è salire sulla Torre del Moro con i suoi 45 metri e più. Originariamente la torre era parte del Palazzo dei Setti della nobile famiglia Della Terza, alla porta accanto, ma dopo essere passata dalle mani private alla Chiesa e poi al Comune, divenne la residenza dei governatori nominati dal Papa e dei delegati della Santa Sede.
Ora il luogo è uno spazio espositivo. All’interno della torre c’è un ascensore che sale parzialmente, ma poi è necessario prendere le scale. Ne “vale la pena” come dicono in Italia, perché in cima sarete ricompensati con una vista a 360 gradi della campagna. Mentre guardate fuori, è probabile che l’orologio, fuso nel 1313, scandisca il tempo (batte ogni quarto d’ora) e risuoni per tutta la campagna.
Visitate la Torre del Moro in Corso Cavour, 87. È aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00 o dalle 10.30 alle 16.30 in bassa stagione. I biglietti costano 2.80€.
Un passo indietro nel tempo
Una delle mie zone preferite a Orvieto è l’estremità occidentale della città. Da corso Cavour, camminate attraverso Piazza della Repubblica, facendo una pausa per ammirare la Chiesa di Sant’Andrea con la sua torre campanaria a 12 lati. La chiesa fungeva da centro della comunità nel Medioevo, il luogo in cui si tenevano le riunioni fra cittadini. Il Papa Innocenzo III annunciò la 4° Crociata da questa chiesa nel 1216 e uno dei re di Gerusalemme, Pierre d’Artois, fu incoronato qui.
Continuate verso Via Filippeschi, e seguite le indicazioni per le chiese di Sant’Agostino e San Giovenale. Sant’Agostino è ora parte dei musei dell’Opera del Duomo e ospita spettacolari sculture degli Apostoli realizzate da vari artisti, che un tempo erano nel Duomo insieme alla bellissima raffigurazione dell’Annunciazione di Francesco Mochi.
Dietro l’angolo, dopo Sant’Agostino si erge la chiesa più antica della città, la romanica San Giovenale, costruita nel 1004, il cui interno è ancora abbellito da affreschi del XII e del XIII secolo. Eretta vicino al bordo della rupe tufacea la chiesa è un pacifico luogo di ritiro, e se il sacerdote locale è in sede, vi può fornire una brochure in inglese con maggiori informazioni sulla chiesa. Ma andate presto o nel tardo pomeriggio, di solito è chiusa da mezzogiorno alle 16.00. Dalla piccola piazza di fronte a San Giovenale è possibile passeggiare lungo il margine della città per una vista spettacolare.
Sant’Agostino è aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00 in alta stagione e dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00 in bassa stagione; chiusa il martedì. I biglietti costano 4€. A San Giovenale l’ingresso è gratuito e di solito è aperta da mezzogiorno alle 16.00.
Il Pozzo di San Patrizio
Infine, tornando verso la funicolare, potreste voler approfittare di un’ultima opportunità di andare nel sottosuolo. Nel 1527 Papa Clemente VII, nascondendosi dall’ultimo sacco di Roma, commissionò all’architetto fiorentino Antonio da Sangallo di costruire il Pozzo di San Patrizio e le sue due scale a chiocciola che scendono per 248 gradini verso il luogo in cui era stata trovata l’acqua e poteva essere usato nella parte superiore nel caso in cui Orvieto fosse caduta sotto assedio.
Completato 10 anni dopo, è un pregevole lavoro di ingegneria che vale la pena vedere se avete ancora un po’ di energia dopo due giorni fitti di impegni nell’incantevole città umbra.
Il pozzo si trova su Viale Sangallo ed è aperto dalle 9.00 alle 19.00 (o dalle 10.00 alle 17.00 in bassa stagione). Il costo dell’ingresso è di 5€.