Unica Umbria

Raccontami l’Umbria

Edizione: 2015 Seguendo la cometa

Eventi, Fede e spiritualità, Luoghi
Autore: Botta, Federica

Consolati, Maria, del tuo pellegrinare! Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei. Presso quell’osteria potremo riposare, ché troppo stanco sono e troppo stanca sei. Il campanile scocca lentamente le sei.”

Nel buio della notte di Vigilia, la voce suadente del narratore sovrasta il fragore della cascata delle Marmore, zittendo bisbigli e chiacchiere dell’attesa. Il fascio potente della luce dell’occhio di bue, si accende nel nero della foresta e segue il lento avanzare di una coppia affaticata, l’anziano marito avanti ad un asino stanco, che conduce la moglie visibilmente gravida, sul sentiero dall’altro lato dell’impetuoso torrente Nera. “Avete un po’ di posto, o voi del Caval Grigio? Un po’ di posto per me e per Giuseppe? Signori, ce ne duole: è notte di prodigio. Son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe. Il campanile scocca lentamente le sette”.

Una stella appare lontana, nel cielo plumbeo, gettando un po’ di luce sulle lontane casupole del villaggio di legno e paglia, dove figure indistinte iniziano a muoversi tra le fiaccole della sera. “Oste del Moro, avete un rifugio per noi? Mia moglie più non regge ed io son così rotto Tutto l’albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi: tentate al Cervo Bianco, quell’osteria più sotto. Il campanile scocca lentamente le otto. O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno avete per dormire? Non ci mandate altrove! S’attende la cometa. Tutto l’albergo ho pieno d’astronomi e di dotti, qui giunti d’ogni dove. Il campanile scocca lentamente le nove.” L’astro luminoso ormai sovrasta i due poveri viandanti, gettando un po’ di luce sul lungo cammino percorso e iniziando a colorare d’argento i vapori che salgono dal getto potente della cataratta. “Ostessa dei Tre Merli, pietà d’una sorella! Pensate in quale stato e quanta strada feci! Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella. Son negromanti, magi persiani, egizi, greci… Il campanile scocca lentamente le dieci. Oste di Cesarea… Un vecchio falegname? Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente? L’albergo è tutto pieno di cavalieri e dame. Non amo la miscela dell’alta e bassa gente. Il campanile scocca le undici lentamente.”

Ormai quasi tutto il villaggio ha fiaccole e lanterne accese, regalando al fiume una collana di luci.  Di fronte agli spettatori in attesa sul ballatoio panoramico si dipana il lungo sentiero nella vecchia città, costellato di taverne ed osterie, popolato di genti d’altra epoca, abbigliati secondo la moda di duemila anni fa. La grande stella è ormai al culmine del suo percorso, quando grandi fiocchi cominciano a danzare giù dal cielo, colorando i fumi della cascata come in un caleidoscopio. “La neve! Ecco una stalla! Avrà posto per due? Che freddo! Siamo a sosta. Ma quanta neve, quanta! Un po’ ci scalderanno quell’asino e quel bue… Maria già trascolora, divinamente affranta… Il campanile scocca la Mezzanotte Santa.” Appena gli Angeli intonano canti di lode per il Divin Bambino giunto tra noi, si spegne la dolce voce che ha recitato “La Notte Santa” di Guido Gozzano e si aprono i cancelli perché  gli spettatori possano entrare a visitare dal vivo i mercati e le case, le ville patrizie e gli accampamenti delle guarnigioni che contornano la grotta del Salvatore. Si aggirano curiosi tra banchi che offrono vin dolce e pizzolle (la tradizionale pizza fritta) o tra le odalische sinuose che ballano nel cortile del governatore o si fermano a scambiare due chiacchiere con i centurioni attorno al fuoco. E’ un evento davvero originale quello messo in scena alle famose Cascate delle Marmore di Terni, a metà tra una rappresentazione teatrale, una performance artistica e un presepe vivente in cui tutti possono partecipare. Ma non è certo l’unica.

 

Magia da vivere

Era il 1223 quando Francesco d’Assisi inscenò la prima replica della Natività a Greccio, a poche decine di chilometri verso Rieti, oltre il confine laziale, proprio nelle piana che si trova sopra le cascate, da cui arrivano le acque del Velino che si gettano nel più alto salto d’acqua d’Europa. Probabilmente è per questa tradizione storica e geografica che la Valnerina e la bassa Valtiberina pullulano di manifestazioni, esposizioni, mostre, concerti e mercati nelle settimane a cavallo tra Natale e l’Epifania. Tanto che la provincia di Terni ha creato un vero e proprio circuito turistico, “Sulla scia della Cometa”, per collegare le varie attività. Il territorio si presta particolarmente: ogni borgo sembra un presepe giù senza luci di Natale e Stelle cadenti, se poi botteghe, vicoletti e portici si popolano di figuranti in costume, asinelli e pastorelle, la dolce atmosfera dell’Avvento è assicurata.  Si spazia dagli angeli che volano dalle torri dei campanili lungo zip-line invisibili ma adrenaliniche, come ad Arrone, la più antica natività vivente della regione, al presepe meccanico di Penna in Teverina, che vanta una colonna sonora realizzata addirittura da Cocciante. Ci sono presepi dentro vere grotte ipogee. A Cesi, accompagnati dal gruppo speleologico, caschetto in testa, ci si avventura nel mondo di antri e caverne che si snoda nel sottosuolo del borgo storico sino a rendere omaggio al Bambinello sotterraneo e innumerevoli collezioni di “Sacra Famiglia”, fatte nei più svariati materiali, dalla terracotta al cartongesso, dal polistirolo alla cartapesta. Un calendario di incontri e manifestazioni che prolungano la magia del Natale sino a ben oltre l’anno nuovo.

 

L’itinerario

Il percorso lungo il circuito dei presepi può iniziare a Penna in Teverina, piccolo borgo della Valtiberina, al confine con il Lazio, a pochi passi da Orte. Nella chiesa di Santa Maria della Neve è allestito un impressionante presepe meccanico di 40 mq, con 140 figure in movimento, 300 litri di acqua corrente, 512 stelle danzanti, vera neve sulle montagne e un affascinante effetto nebbia sul fiume. La grande scena della Natività che ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti alla Rassegna Internazionale dei Presepi dell’Arena di Verona nel 2007 è stata realizzata dall’artista artigiano Divo Pettorossi. Specializzato in elettronica ed elettrotecnica, Pettorossi è affascinato dalla realizzazione dei Presepi, sin quando, da bambino, ha assistito alla creazione del celebre presepista spagnolo Juan Marì Oliva di Barcellona, oggi conservata al Convento di Michignano. Nella stanza adiacente ogni anno viene allestita una raccolta di presepi a tema, che nel 2014 ha ospitato l’arte della terracotta. Ogni estate, l’Associazione Presepe di Penna organizza anche un Corso di Tecnica per la costruzione di presepi meccanici, che sta guadagnando sempre più partecipanti. La tappa successiva è ovviamente la “scena madre”, il grande presepe artistico in gesso, realizzato nel lontano 1965 dall’artista Juan Marì Oliva nel Convento dell’Annunziata di Michignano, imponente struttura francescana datata 1373, che ospita anche un interessante Planetario, aperto al pubblico.

Altra sosta natalizia nelle immediate vicinanze si può fare ad Amelia, una delle più antiche città italiche, con mura megalitiche, datate attorno al 1134 a.c. ancora ben visibili attorno al centro storico. Importante centro umbro e romano, Amelia poteva coniare moneta propria e si vantava dello status di municipium alleato di Roma.  Nella cattedrale, eretta nel IX secolo e restaurata nel XVI secolo a causa di un incendio, è allestito un presepe permanente in terracotta e cartapesta, arricchito di diorami sulla vita di Gesù, realizzato dal dott. Carlo Chiappafreddo, tra i fondatori della Rivista Italiana dei Presepi. Se non resistete allo shopping natalizio, potete fare un salto ai mercatini di Terni, allestiti in piazza Solferino e in piazza Europa per tutto il mese di dicembre, mentre i più curiosi potranno spostarsi sino a Cesi, panoramico borgo storico a pochi chilometri in direzione San Gemini. La particolarità del paese è di essere stato costruito sul fianco di una falesia calcarea, su uno sperone carsico. Nel sottosuolo di vie, piazze e case si aprono grotte e antri, che creano curiose correnti e soffi d’aria, utilizzati da secoli come frigoriferi naturali. Non a caso quindi nel paese c’è uno dei più antichi gruppi speleologici dell’Umbria, che ha la sua sede nel cuore del centro storico, nella abitazione da cui si accede alla Grotta Eolia, cavità speleologica dove è allestito un presepe ipogeo, che si visita accompagnati, con casco in testa e lampade frontali. Nella parte alta del borgo, si trova invece la raccolta dei giganteschi presepi in polistirolo e cartapesta che hanno abbellito la chiesa negli ultimi vent’anni.

 

Sicuramente da non perdere, la rappresentazione della Notte Santa alle Cascate delle Marmore, incredibile evento con ingresso gratuito che gode del panorama mozzafiato della più alta cataratta d’Europa, creata “artificialmente” nel lontano 271 a.c. per liberare le pianure di Rieti (e Greccio) dalle acque stagnanti del Velino, deviandone il corso nel grande salto di calcare che lo collega alla valle del Nera. La costruzione del nuovo canale, il “Cavo Curiano”, portò ad una causa nel Senato romano, sostenuta da Cicerone in persona, tra Terni e Rieti; fu solo dopo la caduta dell’Impero che ebbe fine la manutenzione del canale, il che portò all’impaludamento della piana. Le opere furono riprese in diversi tempi dallo Stato Pontificio, con la creazione di tre nuove vie, la Cava Gregoriana, la Cava Paolina e la Cava Clementina, sino al 1787, quando si iniziò a lavorare sulle balze stesse di roccia, dando alla cascata l’aspetto spettacolare che ha oggi. Già alla fine del 1800 le poderose acque iniziarono ad essere sfruttate, dapprima per le acciaierie e poi per la produzione di energia elettrica, tanto che oggi il flusso è regolato a orari precisi. Oltre che dai ballatoi inferiori e dai sentieri naturalistici, accessibili durante il giorno dall’ingresso a pagamento, il panorama si può godere da Torreorsina, unico borgo affacciato direttamente sulla cascata.

Da non perdere una visita in occasione di una delle rappresentazioni teatrali itineranti per le vie del paesino, che scandiscono le tappe salienti del periodo dell’Avvento, da San Nicola (6 dicembre) a Sant’Antonio (17 gennaio). Fra i riti principali, la festa dei Foconi della venuta, le Pasquarelle, la Vecchiarella e lu Suffiu. Sul versante opposto, salendo verso Rieti, si raggiunge il Lago di Piediluco, creato dal fiume Velino, su cui si specchia il presepe acquatico di cartapesta, incantevole nella sua illuminazione notturna.

Risalendo la Valnerina, si incontra il borgo di Arrone, dichiarato uno dei più belli d’Italia e sede del più antico presepe vivente dell’Umbria. Vi si troveranno le botteghe degli artigiani, le taverne, i pastori, la neve finta e la stalla con il Bambinello, un piccolo figurante in carne ed ossa. Il percorso di visita, che comprende le belle chiese dipinte, si effettua guidati da un attore in costume, che accompagna gli spettatori dall’Annunciazione alla Notte Santa, culminante nella spettacolare discesa dell’Angelo dalla torre del campanile.

Giusto di fronte, sul lato opposto della valle, a  Montefranco, si trova il Presepe degli Specchi, un originale presepe artistico realizzato dal Maestro orologiaio Giuseppe Romani, dove una serie di specchi disposti ad arte crea un’apparente profondità di 50-60 metri.

L’ultima tappa del circuito dei presepi si può effettuare a Ferentillo, dove il presepe artistico con la narrazione dei passi del Vangelo di Luca, evidenziati da effetti di luce, fumo e movimenti, ha vinto la decima edizione del concorso nazionale “Presaepium Italiae”. Il borgo insieme alla frazione di Precetto è di per sé motivo di visita, perché è considerato uno dei più rappresentativi delle strutture difensive medioevali della Valnerina, con le mura turrite disposte verticalmente a chiudere l’accesso alla gola. A pochi chilometri si trova l’Abbazia di San Pietro in Valle, costruita nel VIII secolo dal Duca di Spoleto, che ci si ritirò come monaco pochi anni dopo; nei secoli successivi il convento ospiterà le spoglie di molti duchi della città.

Anche se fuori dai circuiti natalizi, vale la pena di spingersi ancora più a nord nella Valle sino ai borghi di Scheggino, Sant’Anatolia di Narco e Vallo di Nera, piccoli presepi architettonici, dove ogni vicolo, ogni scorcio, chiesina o porticato sembrano ritrarre a grandezza naturale le scene dei diorami viste infinite volte delle Natività.