Unica Umbria

Storia & Storie

Questioni di cuore

Diario di viaggio
Autore: Fioravanti, Federico

Lontano dalla pazza folla e da ogni frenesia. Nel centro d’Italia, a poco più di 100 km da Roma e da Firenze, c’è una piccola terra dove arte, cibo, natura e cultura si fondono, in perfetta armonia. È l’Umbria, l’unica regione italiana a non confinare né con il mare né con paesi esteri. Ha poco più di 900mila abitanti. Nessuna metropoli, ma 92 comuni: piccole, splendide città, “a misura d’uomo”.

Henry James, il grande scrittore americano di nascita e inglese d’adozione, autore del celebre romanzo “Ritratto di signora”, visitò la regione nel 1872. Nelle sue pagine ricordò a un ipotetico viaggiatore che bisognava visitarla senza aver fretta: «Camminare lentamente e senza meta… Il verde è davvero ovunque».

Castelluccio di Norcia

UN LABORATORIO DEL PAESAGGIO ITALIANO Verde. La parola, come in un gioco psicologico, si abbina al territorio. Quasi un riflesso condizionato dal quale è nato un famoso e fortunato slogan: «L’Umbria, il cuore verde d’Italia».

Più del 30 per cento del territorio è costituito da boschi. Solo il 6 per cento è formato da pianure raccolte, quasi nascoste. Piccole montagne. E una dolce distesa di colline: terreni ondulati, che da secoli sono coltivati dall’uomo. Campi, declivi leggeri, pascoli, orti, boschi. Otto parchi regionali.

Tanto verde. Variegato. Dappertutto. Quasi un laboratorio del paesaggio italiano, disegnato dalle colture, diffuse da migliaia di anni, della vite e dell’ulivo.

Poi, l’azzurro, del cielo e delle acque. Fonti, laghi, terme, ruscelli, fiumi. Il lago Trasimeno è il quarto d’Italia: sulle sue sponde, 217 anni dopo Cristo, fu combattuta la celebre battaglia tra Annibale e i romani. Quello di Piediluco, piccolo e profondo, è la patria del canottaggio.

Cascata delle Marmore

Poco lontano, la cascata delle Marmore, la più alta e spettacolare d’Europa, che da Goethe a Byron ammaliò i viaggiatori del “Grand Tour”, storditi dal fragore della sua imponente bellezza.

L’Umbria è anche il luogo della penisola più ricco di acque minerali: imbottigliate alla fonte, dissetano, ogni giorno, milioni di italiani. Spuntano discrete, su boscose colline, vene d’azzurro nel verde. Negli spazi pianeggianti, il Tevere, il mitico fiume di Roma, da secoli ha trovato la sua strada: per 210 km attraversa la regione, della quale ha segnato, oltre che il destino, anche il clima.

La preistoria abita ancora presso la gola del Bottaccione, nei pressi di Gubbio. In questo luogo, ricchissimo di iridio, circa cinquanta anni fa, si trovò la prova della teoria del grande geologo Walter Alvarez che attribuisce la scomparsa dei dinosauri a una catastrofe ecologica dovuta all’impatto di meteoriti con la terra. E a Dunarobba, vicino Avigliano, si può visitare la Foresta Fossile, un luogo affascinante, unico al mondo, con alberi pietrificati che risalgono a 2 milioni di anni fa.

Un’eccezionale scoperta paleontologica sul monte Peglia ha confermato che l’Umbria è anche uno dei luoghi d’Italia abitato da più tempo dall’uomo.

IL POPOLO PIÙ ANTICO «Gens antiquissima Italiae»: già Plinio parlò degli Umbri come del più antico popolo della penisola. I Greci chiamarono Ombrikoi la favolosa gente che sopravvisse al diluvio. Al tempo della guerra di Troia in Umbria sorgevano almeno 30 fiorenti città. E duemila anni prima di Cristo in quasi tutta la penisola italiana già si parlava una lingua comune indoeuropea: quella degli antichi umbri dai quali, via via, nacquero tutti gli altri popoli italici.

Oscurati dagli Etruschi, sottomessi e assorbiti dalle forza delle armi di Roma, riaffiorano oggi dalla tenebre della Storia grazie a una traccia affascinante, composta solo di parole. Centinaia di termini, che dall’indoeuropeo alle lingue latine, hanno attraversato, indenni, i secoli. Parole che declinate in varie lingue, usiamo ancora oggi: arbitro, spazio, pontefice, vino, vaso, famiglia, autorità, via, calle, cibo, popolo, casa, soglia, mattone, carne, tartufo…

Arco etrusco – Perugia

Segni e suoni, che riemergono dalle Tavole Eugubine: sette tavole di bronzo, scoperte per caso nel 1444 e ora conservate nella città di Gubbio. Sono il più antico documento della civiltà occidentale e il più importante testo rituale dell’antichità classica.

Gli Umbri vivevano alla sinistra del Tevere. Le terre alla destra del grande fiume che spacca con il suo incedere lento e sinuoso la regione, diventarono il dominio dell’affascinante e misterioso popolo degli Etruschi. La splendida Orvieto ne era la capitale religiosa, il luogo sacro dove si celebravano i giochi delle città confederate e dove venivano prese le più importanti decisioni politiche.

Gli Etruschi hanno lasciato innumerevoli opere d’arte: tombe, statue, pozzi, mura, opere di ingegneria, gioielli e capolavori dell’artigianato.

UMBELICUS ITALIAE Reperti preziosi. Così come i templi, gli anfiteatri, le sculture e le testimonianze del ricchissimo periodo romano. Nel 299 a.C. le legioni iniziarono l’invasione dell’antica Umbria occupando Narnia, l’attuale Narni, famosa per un recente grande successo letterario e cinematografico: “Le Cronache di Narnia”. Un ponte nei pressi della città fu definito «Umbelicus Italiae»: l’Umbria centro geografico della penisola. Ponti, strade, cisterne e teatri ricordano, a ogni passo, la gloria immortale di Roma.

Passeggiare nella regione è come leggere un libro a cielo aperto: la boscosa Valnerina è stata la culla del monachesimo e la patria di San Benedetto da Norcia, fondatore dell’ordine dei benedettini. Poi gli Ostrogoti, i Bizantini, i Longobardi. Il ducato di Spoleto, il primo regno d’Italia. Santi e condottieri, poeti e capitani di ventura.

L’Umbria, da sempre, è un crocevia di culture. Vanta due prestigiose università: quella di Perugia, una delle più antiche d’Europa, con più di 700 anni di vita, e l’Università per Stranieri, dove si viene da tutto il mondo per studiare la lingua e la letteratura italiana.

ARTE E PATRIMONIO IN OGNI ANGOLO Nel Paese che raccoglie la più alta percentuale nel mondo di opere d’arte, questa piccola “città regione” vanta il record dei musei per chilometro quadrato: 250 perle seminate nei centri storici di piccole e indimenticabili città: Assisi, Orvieto, Gubbio, Spello…

Anche il centro più minuscolo racchiude e svela un tesoro, una testimonianza di civiltà. Dalla biga di Monteleone di Spoleto, eccezionale testimonianza artistica dell’Età del Ferro, conservata al Metropolitan di New York, all’inestimabile giacimento culturale della civiltà etrusca. Dal Medioevo al Rinascimento. Fino al Futurismo, alle tele di Dottori e al grande Alberto Burri, padre dell’arte informale, celebrato a Città di Castello, sua terra natale, con un grande e permanente spazio espositivo di arte contemporanea.

Camera con vista su Todi, fotografia di Steve McCurry, “Sensational Umbria”

C’è un’Umbria da scoprire ogni giorno. Quella sotterranea e misteriosa di Orvieto, Narni e Perugia. Quella onirica e sfuggente, raccontata nell’enigmatico sogno di pietra della Scarzuola, edificata dal geniale Tomaso Buzzi. Quella dei frutti dimenticati di Lerchi. O di Cospaia, che per ottocento anni fu la più piccola repubblica del mondo. La terra della grande bellezza che appare, magnifica, alla vista del Pian Perduto e di Castelluccio di Norcia, nell’intima e boscosa Valnerina, nella piccola Piediluco, lungo le sinuose anse del Tevere o davanti alla improvvisa visione del Trasimeno, quel «velo d’acqua gettato su un prato» che commosse Cesare Brandi.

Antico e moderno. Medioevo e futuro. Intrecciati. Come i merletti di pietra dei rosoni di centinaia di piccole e grandi chiese. Dal duomo di Orvieto, capolavoro dell’architettura gotica, al duomo di Spoleto. Dalla basilica di Assisi, il luogo dell’incontro delle religioni del mondo, ai templi di Perugia, di Terni, fino alle sperdute chiesine di campagna.

Cento campanili spuntano tra le stradine di ogni borgo. E ricordano, a ogni passo, il lungo elenco di artisti immortali che in Umbria sono nati oppure hanno vissuto e lavorato: Cimabue, Giotto, Nicola e Giovanni Pisano, Arnolfo di Cambio, Simone Martini, Pietro Lorenzetti, Gentile da Fabriano, Beato Angelico, Benozzo Gozzoli, Piero della Francesca, Agostino di Duccio, Perugino, Pintoricchio, Pier Matteo d’Amelia, Luca Signorelli, il grande Raffaello…

Del resto, Federico da Montefeltro, signore di Urbino, umanista, mecenate, statista e condottiero, l’uomo che grazie al celebre ritratto di Piero della Francesca incarna l’immagine stessa del Rinascimento italiano, nacque nel castello di Petroia, vicino Gubbio.

ARTIGIANI Quasi un segno del destino, per una terra nella quale l’arte si può accarezzare, come si fa con l’erba e i fiori, anche grazie ai prodotti dell’alto artigianato: le preziose ceramiche di Deruta, di Gualdo Tadino, di Orvieto e di Gubbio. I ricami e i merletti. Le terracotte e gli antichi libri. Il legno pregiato degli intarsi. La lavorazione del ferro battuto. Il restauro e la produzione dei mobili in stile. Come le pietre e i portoni di centinaia di castelli e dimore d’epoca nelle quali è ancora possibile soggiornare, immersi nella bellezza. La stessa che si può toccare con mano nelle maglie dei preziosi tessuti e del cashmere, un polo regionale di eccellenza artigiana che vale il 40 per cento dell’intera produzione made in Italy.

Torta al testo con prosciutto crudo di Norcia

UNA REGIONE DOP La cucina è semplice ma straordinaria. A partire dall’olio extravergine di oliva. L’Umbria è l’unica regione italiana che ha ottenuto il marchio di eccellenza Dop su tutto il suo territorio: l’olio, di grande qualità, ha un retrogusto amaro ed eccezionali caratteristiche organolettiche. Il pregiato tartufo nero, una delle varietà più famose nel ricettario italiano, è una gloria gastronomica della regione. Come lo zafferano, il pane, le piccole lenticchie di Castelluccio di Norcia, la Fagiolina del Trasimeno. E poi i vini: il bianco famoso dell’Orvietano. E i rossi: quello di Torgiano dal color di rubino e il Sagrantino tannico e potente, dal colore d’inchiostro, prodotto in modo esclusivo tra le colline di Montefalco e Bevagna e premiato di recente come miglior vino d’Italia.

L’Umbria è anche terra di carni gustose. La tradizione culinaria si identifica in un mestiere: in Italia i macellai di qualità si chiamano norcini, proprio come gli abitanti di Norcia, la piccola città della Valnerina famosa per la lavorazione delle carni e la prelibatezza dei suoi salumi. Poi i dolci. E le torte. Al formaggio o cotte “al testo”, sotto la cenere. Gli ingredienti sono gli stessi, tutti naturali: acqua e farina, sale e pecorino, uova e lievito. Ma i modi e i tempi della lavorazione variano, da chilometro a chilometro, da paese a paese. Così, la torta al testo nasce grossa a Perugia e poi, cammin facendo, diventa più fine, fino a trasformarsi, a nord dell’Umbria, nella celebre e sottile piadina romagnola.

Con la famiglia Buitoni l’Umbria è stata anche la patria della pasta e del cioccolato. Una azienda mitica, la Perugina, ora di proprietà della multinazionale Nestlè. I Baci Perugina sono i buonissimi cioccolatini che si scambiano tutti gli innamorati del mondo. Perugia è ancora la patria del cioccolato, grazie a Eurochocolate, una grande kermesse che, nel giro di pochi giorni, raduna ogni ottobre a Perugia più di un milione di persone.

Folle variopinte seguono le grandi feste di paesi e città, per tanti versi uniche anche nel ricco panorama delle tradizioni popolari italiane: l’emozionante Festa dei Ceri di Gubbio con i brividi di una folle ed emozionante corsa di un intero popolo. E poi il Mercato delle Gaite a Bevagna, la Quintana a Foligno, il Calendimaggio di Assisi, la corsa dell’Anello a Narni, le decine e decine di rievocazioni storiche. Fino al Festival del Medioevo, l’avvincente racconto di dieci e più secoli di storia dei più grandi medievisti d’Italia e d’Europa che accorrono a Gubbio ogni anno nell’ultima settimana di settembre.

Gubbio, sede del Festival del Medioevo

LA SCOPERTA DEL TEMPO In un viaggio in Umbria si riscopre la vera, grande ricchezza perduta nella frenesia della vita di tutti i giorni: quella del Tempo. Smarrito e poi ritrovato, ogni sera, quando, al crepuscolo, piccole luci si accendono sulle colline mentre si aspetta l’ora di sedersi a tavola, insieme agli amici e alle persone care.

Una parola, più di altre, definisce questa piccola regione: qualità. Quella delle sue imprese di eccellenza, dalla green economy alle tecnologie avanzate, dalla moda alla gastronomia, dall’arte alla vita quotidiana. Non a caso Todi, secondo una ricerca della Kentucky University, è il luogo del mondo dove si vive meglio. E per questo l’Umbria è diventata la seconda casa e il “regno segreto” di tante star del cinema, di politici, artisti e manager. Da George Lucas, creatore di “Guerre stellari” e “Indiana Jones” al premio Oscar Colin Firth, dall’accademico ed economista Mario Draghi fino a Ed Sheeran. Una terra isolata e discreta. Ma vicina al mondo grazie al piccolo ed elegante aeroporto  internazionale “San Francesco d’Assisi” progettato da Gae Aulenti. E in Umbria, nella sua casa natale di Selci Lama, vicino Città di Castello, appena può, torna Monica Bellucci, icona della bellezza italiana nel mondo.

L’Umbria è anche una terra di suoni. Non solo le campane che ancora scandiscono la vita collettiva nei piccoli borghi disegnati sulle colline. Ma la musica gioiosa di bande, filarmoniche e cori. Piccoli e grandi concerti, nelle piazze, nei vicoli, dentro i palazzi storici. Perugia, con Umbria Jazz, nel mese di luglio diventa la capitale mondiale del jazz e ospita i più grandi musicisti del mondo. E poi il Festival dei Due Mondi di Spoleto, il Festival delle Nazioni nell’alta valle del Tevere, la suggestiva Sagra Musicale Umbra.

LA CITTÀ DEL SILENZIO Poi, di colpo, queste città della musica diventano anche le città del silenzio cantate da D’Annunzio. E allora i rumori del mondo, nei piccoli borghi silenziosi, nelle campagne nascoste, nelle piccole chiese sulle colline, appaiono ovattati e lontani. L’Umbria, terra mistica da secoli, torna a essere il luogo dove cercare Dio e la pace della propria anima. È un altro viaggio che comincia, questa volta dentro se stessi.

Questa è la terra di Francesco di Assisi e di santa Chiara, di “fratello Sole” e “sorella Luna” e del Cantico delle Creature, il primo testo poetico in volgare e quindi il documento più antico della letteratura italiana.

Nel silenzio dei chiostri la vita è ancora scandita dall’“Ora et labora” la regola di San Benedetto. A Cascia si possono visitare i luoghi dove visse Rita, “la santa degli impossibili”. E San Valentino, il patrono degli innamorati, il 14 febbraio si festeggia a Terni e in ogni altra parte del globo.

Spoleto e il ponte delle Torri

Un grande e dimenticato poeta perugino del Novecento, Sandro Penna, pensando alla sua terra, scrisse: «Vivere io vorrei addormentato, entro il dolce rumore della vita». Questa è l’Umbria. Un luogo dove la vita è più dolce.

Federico Fioravanti