La misteriosa torre dai sette lati
La torre dai sette lati svetta tra cipressi e pini da almeno mille anni a guardia della Valle del Nestore. È il castello di Cibottola, un nome la cui storia è ancora un mistero.
Siamo nel comune di Piegaro, a quasi 500 metri di altezza, tra boschi e uliveti, con in basso l’azzurro del lago artificiale sorto nel bacino dove si estraeva la lignite per alimentare la centrale termoelettrica di Pietrafitta. Un territorio ricco di castelli e antichi borghi anche nei comuni confinanti di Marsciano, Panicale e Perugia.
Cibottola oggi è una piccola frazione, con pochi abitanti, raccolta attorno al millenario castello in parte diroccato.
Vale una visita per la suggestione del paesaggio e di quella torre a sette lati alta una ventina di metri. Completamente restaurata, accoglie anche una grande campana di cinque quintali installata nel 1850.
Dell’antico insediamento rimangono anche gran parte della cinta muraria, la porta d’ingresso pressoché intatta e l’intero battente del ponte levatoio.
Dall’abitazione del castellano, al centro della fortificazione, parte un cunicolo sotterraneo di circa mezzo chilometro che era una via di fuga nel caso di guerre ed assalti. All’interno delle mura c’è anche la chiesa parrocchiale dedicata a San Fortunato eretta quasi sicuramente prima dell’anno mille.
Del castello di Cibottola però si hanno notizie certe soltanto dal XIII secolo anche se l’insediamento è sicuramente precedente. In un documento del 1282 è indicato come “villa” con una popolazione di 75 “focolari”.
Le mura furono costruite nel secolo successivo, quando dai Priori di Perugia viene classificato come castello. Vi sostò per alcuni giorni con le sue truppe nel 1416 anche il grande condottiero Braccio Fortebraccio da Montone prima di dare l’assalto vittorioso a Perugia.
IL FASCINO DELLA TORRE ETTAGONALE La visita al castello, in gran parte transennato, è breve ma è la sua ambientazione a renderla affascinante. Diverse le vie di accesso, da Pietrafitta, Mercatello e Castiglione della Valle, tra campi di tabacco e di granoturco.
Lasciata la pianura, quando si comincia a salire, le campagne sono un tripudio di papaveri rossi e margherite selvatiche gialle. Le case abitate sono sparse, molto più in basso del castello in gran parte nascosto da cipressi e pini. I luoghi hanno nomi suggestivi: Belsito, Poggio delle Ginestre, Poggio dei Mandorli. Luoghi anche di devozione: una bella edicola con l’immagine in ceramica di Santa Lucia ristrutturata da una decina di anni e poi, più avanti, un grande Crocifisso a guardia della Valle del Nestore.
L’ultimo tratto dell’unica strada che sale verso il castello passa tra i muretti di pietra dei campi a terrazzo con gli ulivi. La strada gira poi attorno alle mura del castello, in parte diroccate, con scheletri di alberi spogli che sembrano sculture.
Ma è quella possente torre a sette lati, che a sud si protende spigolosa verso la valle, ad affascinare. Così come il paesaggio con i borghi e i castelli vicini di S. Apollinare, Spina, Montepetriolo, Agello e all’orizzonte la corona degli Appennini.
Borghi e castelli che si possono raggiungere anche a piedi e in bicicletta con sentieri e piste per mountain bike tra le rive del fiume Nestore ed i Boschi di Pian Salto. Con la possibilità di sostare nelle tante aziende agrituristiche della zona.
IL NOME Il nome Cibottola è ancora un mistero. Secondo alcuni deriverebbe da Cibizio Lucumone, nato a Perugia nel 662 a.C. Secondo altri discenderebbe da Cibonia, antichissima località etrusca, sulle cui rovine sorse poi il castello. Secondo altri ancora il primitivo nome sarebbe stato Chibertola. Ma c’è pure chi lo fa risalire a Maurizio Cybo, fratello di papa Innocenzo VIII e governatore di Perugia nel XV secolo.
Enzo Ferrini