Unica Umbria

Storia & Storie

Pozzo Etrusco, la memoria dell’acqua

Diario di viaggio, Luoghi
Autore: Brillini, Diego

Quello della permanenza della memoria è un problema che non riguarda solo la nostra epoca, caratterizzata ormai da una velocità sempre crescente dei flussi informativi, alla quale fa pendant – in negativo- un’attenzione sempre minore al patrimonio storico e culturale, ma è da sempre appannaggio della razza umana, anche nelle epoche passate, spesso tragicamente dimentica dell’effettivo valore di un patrimonio senza eguali.

Pozzo etrusco, vista dall’alto della cisterna di raccolta dell’acqua con dettaglio della passerella in vetro ed acciaio, apposta nel 2017

 

Un esempio pratico di questo ragionamento potrebbe essere dato dal POZZO ETRUSCO di Perugia, uno dei monumenti-simbolo del capoluogo umbro, ubicato nelle immediate vicinanze del “Colle del Sole” a 477 m sul s.l.m., il punto più elevato della città di Perugia in corrispondenza dell’antica acropoli della città, allora una delle più importanti della dodecapoli etrusca.

Il destino di questa struttura nel corso dei secoli è stato purtroppo quello di venire in qualche maniera data per scontata, sicuramente anche a causa della sua stessa vocazione di “semplice” cisterna per l’approvvigionamento idrico della città, utilizzata quasi ininterrottamente per 2000 anni circa dalla popolazione di Perugia, tanto grata per l’acqua, quanto immemore delle antichissime origini di questa struttura.

Non che si possa fare una colpa a qualcuno per questa plurisecolare disattenzione: dopotutto un pozzo è pur sempre un pozzo, per quanto mastodontico e monumentale possa essere.

L’ingresso della Casa Museo Palazzo Sorbello e, in primo piano, la vera del Pozzo Etrusco

Di fatto, la riscoperta delle reali origini di questa struttura si deve quasi unicamente all’interessamento di un personaggio del ‘900 italiano e perugino, nonché membro della nobile famiglia proprietaria e di Palazzo Sorbello, e della millenaria struttura di mano etrusca situata proprio nelle fondamenta dello stesso edificio: Uguccione Ranieri di Sorbello (1906-1969). Fu infatti nel 1960, su indicazione dello stesso Uguccione, che venne effettuato il primo sopralluogo archeologico e speleologico all’interno della struttura ipogea, a seguito del quale si poté chiaramente attribuire la paternità dell’opera al popolo etrusco.

Un secondo sopralluogo, effettuato in profondità tramite immersione subacquea, permise al prof. Filippo Magi, allora docente di Archeologia e Storia dell’arte greca e romana e di Etruscologia e Antichità italiche presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Perugia, di confermare il Pozzo Etrusco di Perugia come una delle maggiori opere frutto dell’ingegneria idraulica etrusca fino ad allora conosciute.

Dettaglio della travatura del soffitto della cisterna del Pozzo Etrusco

ANATOMIA DI UN MONUMENTO Il pozzo, tuttora attivo, è alimentato ancora oggi da tre polle sorgive perenni. I vari rilievi speleologici svolti nel corso degli anni hanno permesso di appurare le effettive dimensioni del pozzo, stimate a 424 m3: questo permetterebbe alla struttura di contenere (ma solo a massimo regime) fino a 424.000 litri di acqua.

Il pozzo è costituito da una struttura a canna cilindrica, profonda circa 37 m e scavata in un terreno composto prevalentemente da argilla e ciottoli arrotondati (detto “tassello mandorlato”). I primi 4 metri al di sotto del livello stradale sono occupati da un ambiente quadrangolare che va poi ad ampliarsi fino alla profondità di 16 m, costituire un grande ambiente a cisterna avente un diametro di 5,60 m ca.

La parte superiore di questa struttura è caratterizzata da un rivestimento in grandi blocchi di travertino, alla cui sommità si innesta una doppia serie di travature in pietra, posizionate ad incastro senza l’uso di malta o di calce, le quali formano due “capriate”, ciascuna del peso di 80 quintali circa, a sorreggere la copertura sovrastante, anch’essa in lastroni di travertino.

Sezione longitudinale della struttura (per una visione ingrandita dell’immagine: https://www.pozzoetrusco.it/it/home-3/

A partire dai 16 metri sotto il livello stradale, la struttura a canna del pozzo va restringendosi fino alla base, con un diametro di 3 m.

È ritenuto che la sua costruzione, databile alla seconda metà del III secolo a. C., sia stata resa necessaria per far fronte al fabbisogno idrico della popolazione.

I vari rifacimenti di cui la struttura è stata oggetto a partire dal XV secolo hanno suggerito un ininterrotto utilizzo della riserva idrica da parte della comunità locale. Questa continuità sarebbe effettivamente confermata dalla realizzazione della vera, ubicata al centro dell’attuale Piazza Piccinino (già piazza dei Gigli), che indica il monumento a livello stradale.

La vera del pozzo (probabile costruzione XIV-XV sec.) aperta tra l’ingresso di Palazzo Sorbello e la Chiesa della Compagnia della Morte subì nel tempo ripetuti danneggiamenti, occorsi fino a tempi recenti. Fu più volte restaurata dal Comune, ma, in seguito ad un più grave danneggiamento che fece precipitare nel fondo del Pozzo parte del parapetto, recuperato nella metà degli anni ’60, si provvide ad una sua migliore collocazione nel prato antistante il Tempio di Sant’Angelo, dove rimase fino al 1973, anno della sua ricollocazione.

Se in un primo periodo, per la raccolta dell’acqua si dovette quasi sicuramente utilizzare un semplice sistema di secchi legati ad una fune, fatto evidenziato dalla presenza di profonde scanalature visibili sulla superficie dei blocchi di travertino della copertura, in seguito, probabilmente nel XVIII secolo, si adottò un sistema a carrucola centrale, ancora oggi visibile, venendo poi messa a chiusura dell’imboccatura della vera una graticciata in ferro battuto, sulla quale fu incisa la data del 1768 e vi vennero apposti due stemmi gentilizi, l’uno dei marchesi Bourbon di Sorbello, l’altro della precedente famiglia proprietaria, i Conti Eugeni.

Tipologicamente il pozzo può essere accostato, ma non assimilato, ad una classe di opere diffuse ovunque, con la medesima finalità, anche se non sempre della medesima struttura. L’omogeneità di materiale e tecniche costruttive riscontrata tra il pozzo e le mura etrusche di Perugia ha consentito di formulare, soprattutto grazie agli studi della professoressa Simonetta Stopponi, etruscologa dell’Università degli Studi di Perugia, la teoria di una contemporaneità costruttiva con le mura urbiche della città, nonché di ipotizzare che il pozzo sia stato realizzato fin dal principio come opera pubblica.

Un’affinità con la copertura a volte del pozzo etrusco è attestata in un’altra cisterna di epoca etrusca, anch’essa rinvenuta in Perugia, presso via Caporali. Questa struttura, di proprietà privata e attualmente non visitabile, presenta una copertura in travertino sostenuta da capriate le cui caratteristiche tecniche sono collegabili a quelle del Pozzo Etrusco, il che ha portato alcuni studiosi a ritenere che esistesse un sistema idrico urbano che vi ruotava intorno.

La vera del pozzo, situata in Piazza Piccinino, di fronte all’ingresso di Palazzo Sorbello

UN POZZO, UN PALAZZO, UNA FAMIGLIA La storia del pozzo etrusco di Perugia è legata imprescindibilmente a quella di palazzo Sorbello e dei suoi proprietari che si susseguirono nel corso del tempo, i quali ebbero anche il possesso del pozzo, il cui accesso è dato da alcuni ambienti sotterranei dello stesso edificio.

Palazzo Sorbello, originariamente fatto costruire da Niccolò Montemelini nel XVI secolo, ed eretto parzialmente su murature di origine etrusca, prese il posto di una torre e tre abitazioni di epoca medievale. Nel 1629 il palazzo fu acquistato da Diomede degli Oddi, per passare poi tra le proprietà dei conti Eugeni di Perugia. Nel 1780, il Marchese Uguccione III Bourbon di Sorbello (1737-1816) acquisì il palazzo dal conte Antonio Eugeni, facendone la sua residenza principale e di conseguenza legando con esso la proprietà del pozzo etrusco alla sua famiglia.

Malgrado il possesso effettivo del bene, Uguccione III stabilì che tutti i residenti nella piazza avessero la possibilità di disporre liberamente dell’acqua del Pozzo, senza doversi recare alle fontane pubbliche presenti nel centro storico.

Fu sempre per mano della famiglia proprietaria, a tre secoli dall’acquisizione, che la struttura venne aperta al pubblico per la prima volta nel 1980, iniziando così un processo di riscoperta della memoria di un’opera tanto importante quanto negletta.

La sala che accoglie i visitatori del Pozzo Etrusco

UN PERCORSO TURISTICO NEL CUORE PIÙ PROFONDO DI PERUGIA Recentemente, dopo l’acquisizione del pozzo da parte della Fondazione Ranieri di Sorbello che lo ha ricevuto in donazione dalla famiglia proprietaria, il pozzo è stato oggetto di un progetto volto ad incrementare la qualità dell’offerta turistica, nonché l’interesse nei confronti delle radici storiche della città, con un restauro del manufatto, che lo ha reso ancora più fruibile, rendendone migliore la visibilità ed un ampliamento degli spazi di accoglienza, realizzati in alcuni ambienti sotterranei un tempo adibiti a cantine dei marchesi di Sorbello, dalle cui pareti emergono i resti visibili del perimetro murario dell’antica casa-torre di epoca medievale distrutta per consentire l’edificazione di Palazzo Sorbello.

Immergersi nelle profondità del Pozzo Etrusco è immergersi nella storia di una città, del popolo che la fondò e dei suoi misteri, molti dei quali ancora ben lungi dall’essere svelati.

Diego Brillini
Archivista ed operatore museale – Fondazione Ranieri di Sorbello

Per altre informazioni storiche e per la visita al pozzo Etrusco:
www.pozzoetrusco.it
fb: @pozzoetrusco

Bibliografia:
Simonetta Stopponi, Il pozzo Sorbello in Perugia, Roma, De Luca, 1973
Franco Ivan Nucciarelli – Francesca Romana Cappelletti, Il Pozzo etrusco, Perugia, Fondazione Ranieri di Sorbello, 2016
Gianfranco Binazzi (a cura di), Il Pozzo Etrusco alle origini dell’insediamento urbano di Perugia. Atti del convegno: Perugia, Palazzo Sorbello, 9 marzo 2017, Bologna, Pendragon, 2018