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Storia & Storie

Un Raffaello a Cerqueto?

Diario di viaggio, Luoghi
Autore: Valente, Virginia

Una affascinante ipotesi dello storico dell’arte Elvio Lunghi: a Cerqueto, nell’Edicola di S.Lucia, è conservato il primo affresco di Raffaello. Nel borgo del comune di Marsciano si può ammirare anche la prima opera firmata dal Perugino: “San Sebastiano tra i Santi Rocco e Pietro”. E due lasciti di Tiberio d’Assisi: una Crocifissione” e il lacerto di una “Madonna della Misericordia”.

Una veduta aerea di Cerqueto di Marsciano con la segnalazione delle chiese cittadine e dell’edicola di Santa Lucia (foto: hi.storia.it)

 

A scandire il percorso lungo la statale marscianese si trova l’abitato di Cerqueto, che da almeno nove secoli sorveglia lo spartiacque tra le valli dei fiumi Nestore e Tevere: un luogo sorto intorno ad un antico castello, con un nome parlante ad evocare l’abbondanza di querceti che dovevano affollarne le colline circostanti.

Un apparente curriculum d’ordinanza per qualsivoglia borgo medievale del centro Italia (e non solo). Eppure, come spesso accade, Cerqueto di Marsciano può raccontare molto più di quel che sembra ad un’occhiata svogliata del visitatore di passaggio.

Anche in virtù della sua particolare posizione geografica, il centro abitato rientrava in quel sistema di insediamenti murati posti sulle colline occidentali della valle del Tevere a salvaguardia dei collegamenti verso Orvieto, Roma e la costa tirrenica. Il borgo contava infatti tre cinte murarie difensive e, non a caso, almeno quattro volte nel corso del Quattrocento le mura del castello di Cerqueto vennero restaurate a spese della città di Perugia che provvedeva alla loro manutenzione.

Nell’estate del 1411 il luogo fu teatro di un’aspra battaglia fra le truppe del capitano di ventura Conte da Carrara – assoldato dal re di Napoli Ladislao di Durazzo, alleato dei perugini – e quelle di Braccio da Montone a guida di alcuni fuoriusciti che sconfissero Conte proprio a Cerqueto:

[…] n’hebbero sempre il peggio con perdita di molti cavalli, e con la cattura anco di 2 figliuoli del Carrara, che con molta cortesia furono da Braccio rimandati al padre senza pagar la taglia
(Pompeo Pellini, “Dell’historia di Perugia”, 1664)

Un luogo tutt’altro che periferico se nel 1480 fu poi scelto come sede della magistratura perugina dei Capitani del contado di Porta San Pietro, senza contare che la sua chiesa era retta da un canonico della Cattedrale di San Lorenzo.

Perugino, “San Sebastiano tra i Santi Rocco e Pietro” (1478). Cerqueto di Marsciano, Parrocchiale di Santa Maria Assunta

La chiesa parrocchiale di Cerqueto – esistente almeno dal 1163, menzionata come chiesa di “castrum Cerqueti” in un diploma imperiale di Federico Barbarossa – conserva ancora oggi un affresco di Pietro Vannucci, detto “il Perugino”, eseguito nel 1478 nella cappellina per la confraternita della Maddalena. Il soggetto raffigura un “San Sebastiano tra i Santi Rocco e Pietro” (questi ultimi ora solo parzialmente leggibili). Si tratta della prima opera firmata e datata di Pietro Vannucci: una rappresentazione del santo martire, formula iconografica che sarebbe poi divenuta ricorrente nella produzione del pittore pievese – si pensi, per rimandare ad un altro celebre esempio umbro, al maestoso affresco con il “Martirio di San Sebastiano” (1505) nella chiesa eponima di Panicale.

L’opera è uno dei capisaldi per comprendere l’evoluzione stilistica che poi contraddistinguerà il pittore, non ancora trentenne, tornato da poco in ‘Umbria’ esportando il nuovo linguaggio appreso a Firenze dal suo maestro – Andrea del Verrocchio – e cercando di imporsi sulla piazza locale.
È a Cerqueto che segnatamente Perugino mostra un passaggio dalle forme angolose di eredità verrocchiesca ad un modellato più sciolto, che troverà compimento di lì a poco negli affreschi della Cappella Sistina in Vaticano.

Tiberio Diotallevi d’Assisi, “Crocifissione”. Cerqueto di Marsciano, Parrocchiale di Santa Maria Assunta

Tiberio Diotallevi d’Assisi, “Madonna della Misercordia” (particolare). Cerqueto di Marsciano, Parrocchiale di Santa Maria Assunta

Nella stessa parrocchiale di Santa Maria Assunta si conservano poi anche altri affreschi di scuola peruginesca, provenienti dalla non più esistente chiesa del Crocifisso e ricoverati qui. Si tratta di una “Crocifissione” e del lacerto di una “Madonna della Misericordia” usualmente riferiti alla mano di Tiberio Diotallevi d’Assisi, allievo di Perugino.

Non lontano dalle mura del castello di Cerqueto, nei pressi della porta Maltara, si trova poi la cosiddetta Edicola di Santa Lucia, affrescata con una grande “Maestà” come molte venivano commissionate già dagli anni Settanta del Quattrocento per i tabernacoli viari del Marscianese.

Sulla parete di fondo del tabernacolo non rimane oggi che un affresco gravemente lacunoso raffigurante appunto una Vergine col Bambino in Maestà tra due sante (forse individuabili in Santa Lucia e Santa Maria Maddalena). Miglior sorte è toccata invece all’archivolto dove spiccano decorazioni a rosoni, candelabre e grottesche dei finti cassettoni e soprattutto – ai lati – due monocromi con scene tratte dalla mitologia antica: il “Sacrificio a Marte” e una “Taurobolia” (il sacrificio del toro, a scopo rituale, tipico del culto alla dea Cibele). Due sacrifici pagani che probabilmente appartenevano ad una sola cerimonia, divisa in due parti dal pittore.

Soggetti simili si ritrovavano spesso nella produzione di Pintoricchio – allievo di Perugino – come eco riverberata dai motivi ad affresco presenti nella Domus Aurea neroniana, eccezionalmente riscoperta alla fine del Quattrocento, che suggestionò numerosi artisti di quella generazione. Eppure nel caso di Cerqueto sembrerebbero legate piuttosto ad un interesse verso un’architettura fortemente strutturata, che potrebbe riferirsi allo stile di un altro celebre allievo di Perugino quale fu Raffaello Sanzio.

Raffaello (?), Tabernacolo di Porta Maltara. Cerqueto di Marsciano

Lo storico dell’arte Elvio Lunghi, che del Tabernacolo di Porta Maltara a Cerqueto si è occupato a lungo nei suoi studi, ha proposto infatti di potervi individuare la mano del giovane Raffaello all’epoca del suo trasferimento a Perugia da Città di Castello intorno al 1502.

Ipotesi impostata anche su una plausibile committenza da parte di un ramo cadetto della famiglia dei Baglioni, che a Raffaello aveva affidato l’esecuzione di opere come la “Pala Colonna” (oggi al Metropolitan Museum di New York), la “Pala Oddi” (oggi ai Musei Vaticani) e la celeberrima “Pala Baglioni” (oggi alla Galleria Borghese, a Roma) – tutte eseguite nel primo decennio del Cinquecento.

Nella fattispecie, la figura chiave sarebbe quella di Mariano di Mariotto Baglioni che nel suo testamento – tra le altre cose – lasciava una somma per la chiesa parrocchiale di Cerqueto e incaricava la moglie di occuparsi della decorazione di un tabernacolo in una sua proprietà a Piscille.

Quest’ultimo elemento potrebbe rimandare ad una pratica diffusa tra i membri della famiglia, quella di commissionare la decorazione di cappellette e Maestà come segni di proprietà per i loro possedimenti nel contado perugino.
Un intento programmatico che, secondo Lunghi, forse potrebbe aver interessato anche il tabernacolo di Cerqueto: anche se non espressamente citato nel testamento, il luogo era infatti legato al nome dei Baglioni.

Da sinistra a destra, i soggetti degli affreschi attribuibili a Raffaello (?): “Madonna col Bambino tra sante e angeli” (part.); “Sacrificio a Marte”, “Taurobolia” (Cerqueto di Marsciano, Tabernacolo di Porta Maltara)

 

Oggi Cerqueto ha perso sia la cinta muraria che le torri, ma ha mantenuto l’andamento circolare dell’antico borgo. Nella parte alta del paese è conservata una bella cisterna medievale.
Tra vecchie abitazioni costruite in laterizio, spiccano antichi archi e riaffiorano le memorie dei personaggi nati nel piccolo borgo dei capolavori d’arte. Tre religiosi legati alla storia dell’Umbria. A partire dal Beato Giacomo (1284-1367) a lungo venerato nella chiesa perugina di Sant’Agostino.

Ma Cerqueto è anche la piccola patria di un grande naturalista e botanico: Giulio Cicioni (1844- 1932), che fu segretario di Papa Leone XIII e socio dell’Accademia dei Lincei a Roma nonché il fondatore del Museo di Storia Naturale Arcivescovile di Perugia. Grazie infatti ai numerosi contatti con religiosi missionari dell’Oceania, dell’America Centrale e Meridionale, dell’Asia Sud-orientale e dell’Africa, monsignor Cicioni aggiunse alle raccolte regionali delle ricche collezioni di flora e fauna extraeuropee. Riuscì così ad allestire anche un erbario con oltre 15.000 esemplari rappresentativi di più di 7.000 specie, dove spiccano la collezione di Pteridofite dell’Arcipelago delle Antille ed in particolare della Giamaica.

Più di recente il borgo di Cerqueto di Marsciano è diventato noto per aver dato i natali nel 1915 a Mario Budelli, che vestì l’abito cappuccino con il nome di padre Mariangelo da Cerqueto. Fu lui che nel 1945 diede vita alla figura popolare di Frate Indovino e al suo celebre almanacco, il calendario più famoso d’Italia, che ancora oggi occhieggia sulle pareti di molte abitazioni: al santorale si aggiungono i consigli pratici per l’agricoltura e i lavori di casa, le previsioni meteorologiche, le fasi lunari e il messaggio francescano.

Virginia Valente