Unica Umbria

Musei d’impresa

Museo Luisa Spagnoli

L’esposizione permanente Luisa Spagnoli si trova all’interno della sede aziendale di Santa Lucia, a Perugia, ed è dedicata, come scrive Nicoletta Spagnoli,

“alla memoria di Lino Spagnoli, grande capitano d’industria, il quale con coraggio e raro intento imprenditoriale seppe operare scelte strategiche per il successo della nostra azienda, assicurandole prosperità anche per gli anni a venire”.

Lino Spagnoli era suo padre. E dopo la prematura morte avvenuta nel 1986 lei ed il fratello Mario hanno preso in mano le redini dell’area produttiva e commerciale dell’azienda di famiglia.

Lo spazio espositivo, visitabile gratuitamente e su prenotazione, è stato ricavato utilizzando una
vasta porzione di un padiglione, in altri tempi adibito ad una fase della lavorazione dei modelli.

In centotrenta metri quadri il curatore Valerio Corvisieri ha condensato, in modo semplice ma efficace, la storia di un’impresa che ha dato lustro all’Umbria, ha sostenuto l’economia di Perugia ed ha avuto ed ha tuttora un grande successo nel settore della maglieria e delle confezioni di qualità.

Attraverso un’articolazione in quattro sale, corrispondenti ad una ben precisa periodizzazione – le
origini, il dopoguerra, l’era di Lino Spagnoli, dagli anni ’80 a oggi – è illustrato lo sviluppo della
Luisa Spagnoli dai primi esperimenti di filatura della lana d’Angora, negli anni Venti, fino ai giorni
nostri, mediante una raccolta di documenti cartacei, oggetti, capi e macchinari, con le riproduzioni
fotografiche ad occupare un ruolo centrale, evocativo e informativo a un tempo.

Ne emerge il profilo di un’azienda impegnata in un costante sforzo di aggiornamento tecnologico e al
tempo stesso fedele alla sua tradizione di stile ed eleganza. Un marchio conosciuto nel mondo sin dagli anni ’50, come attestano anche le foto di divi hollywoodiani mentre indossano o acquistano capi della “Spagnoli”, come Sofia Loren e Ester Williams, che sfoggiano lo stesso golfino azzurro con la scollatura a V, Kirk Douglas affiancato da Rosanna Schiaffino, Barbara Bach o le sorelle Kesler. E come non citare l’ormai “mitico” tailleur rosso fiamma con finiture in velluto nero, diventato famoso dal momento in cui l’ha indossato con indubbio glamour l’allora “fidanzata” inglese più nota di questo inizio secolo, Kate Middleton, prima di impalmare il suo principe William.

 

L’intuizione di una donna geniale

Luisa Spagnoli, nata Sargentini, scoprì durante un viaggio in Francia dei conigli particolarmente pelosi e morbidi che in Italia non esistevano. Si fece mandare una coppia ed aprì il suo primo allevamento. All’inizio il filato non dava i risultati sperati, era grossolano, il filato non la soddisfacevano poi scoprì che pettinando gli animali con un pettine speciale diventava soffice e si trasformava in una lana meravigliosa. Fu un vero e proprio boom.

L’ “Angora Luisa Spagnoli”, ormai condotta da Mario, figlio primogenito della fondatrice, conquistava i mercati italiani ed esteri, tanto da risultare nel 1943 la maggiore del continente nel suo
settore, potendo contare su 525 dipendenti e 8.000 allevamenti da essa diretti e controllati.

Mentre si ampliava lo stabilimento e cresceva il numero degli occupati, Mario Spagnoli attuava alcuni
provvedimenti volti a rendere la fabbrica il centro di una vera e propria comunità autosufficiente,
dotata di asili nido, doposcuola, chiesa, strutture sportive e ricreative. Il progetto, solo parzialmente
realizzato, prese il nome di “Città dell’Angora” e costituì il nucleo attorno a cui si sviluppò il nuovo
quartiere perugino di Santa Lucia.

Nel 1960 Annibale detto Lino, figlio di Mario, fu nominato amministratore delegato della Luisa
Spagnoli. Sotto la sua ferma guida non solo l’azienda continuò nel suo trend positivo nel corso degli
anni Sessanta, ma riuscì a superare indenne e addirittura rafforzata la crisi economico-industriale
italiana del decennio successivo. In un fotogramma esposto nel museo, tratto da un filmato girato nel tragico 22 novembre 1963 a Dallas si vede l’auto presidenziale di John Kennedy passare proprio davanti al negozio Spagnoli della città

Scomparso Lino Spagnoli (1986), i figli Nicoletta e Mario ne riprendono e ne portano avanti gli indirizzi strategici nelle aree produttiva e commerciale.

L’esposizione è molto ricca di documenti e di foto d’epoca con le immagini affascinanti di un microcosmo femminile impegnato nell’intero ciclo produttivo, dalla pettinatura dei conigli alla confezione dei capi, mischiate per abbattere ogni tipo di barriera con quelle molto più intime e riservate di accadimenti familiari.